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Il suicidio della UE:la Cina inizierà a vendere frutta e verdura direttamente alla Russia

La compagnia cinese Baorong prevede di istituire uno speciale centro logistico a Dongning sul confine con la Russia. Il centro, di 70.000 metri quadrati complessivi, e 30.000 di magazzino, sarà attrezzato con frigoriferi e altre apparecchiature, e sarà ubicato in una speciale zona doganale transfrontaliera. La costruzione costerà 9,7 milioni di dollari. I tempi di sdoganamento saranno ridotti, e non ci sarà alcun bisogno di controllare due volte il carico a causa della videosorveglianza nel magazzino.
La società cinese Dili intende inoltre creare un’altra zona transfrontaliera di scambio entro la fine del 2014. L’annuncio arriva dopo che la Russia ha introdotto un divieto di 1 anno sulle importazioni di alcuni prodotti agricoli provenienti da UE, USA, Australia, Canada, Australia e Norvegia. Se dura, potrebbe costare ai membri dell’Unione europea 16 miliardi dollari.
Giovedì l’UE terrà un incontro per valutare il possibile effetto delle sanzioni della Russia sui suoi agricoltori.
Gli Stati membri si sono già lamentati per i duri colpi ricevuti dalle rispettive economie, con la Germania e la Polonia che perdono la maggior parte degli scambi con la Russia, e gli Stati baltici – Lituania, Lettonia ed Estonia – che vedranno le loro quote di PIL precipitare ancora più decisa. La bilancia commerciale dell’UE è fortemente dipendente dalle importazioni alimentari russe. L’anno scorso la Russia ha acquistato 16 miliardi dollari di cibo dalla UE: circa il 10 per cento del totale delle esportazioni, secondo Eurostat.
In termini di perdite, Germania, Polonia e Paesi Bassi – i primi tre fornitori di prodotti alimentari della UE verso la Russia, nel 2013 – saranno colpiti più duramente. Il cibo inviato in Russia costituisce circa il 3,3 per cento del totale delle esportazioni tedesche.
L’anno scorso, l’Irlanda ha esportato 4.500.000 € di formaggio in Russia, e non essere in grado di farlo per quest’anno è fonte di grande preoccupazione, ha detto Simon Coveney, ministro dell’agricoltura olandese.
Gli agricoltori di tutta Europa potrebbero subire grosse perdite, se non saranno in grado di trovare mercati alternativi per i loro prodotti, in particolare frutta e verdura.
Alcuni già chiedono ai propri governi il risarcimento per i mancati introiti.
Dal canto suo, la Russia compenserà con prodotti alimentari provenienti dall’America Latina, in particolare da Ecuador, Brasile, Cile e Argentina.
La Russia dovrà colmare una lacuna pari all’8 per cento delle sue importazioni agricole totali, che essa acquista presso l’Unione europea, Stati Uniti, Canada, Australia e Norvegia. I Paesi Bassi, Germania e Polonia sono attualmente i maggiori fornitori di prodotti alimentari della Russia, nell’Unione europea.
Carne e latticini provenienti da Ecuador, Cile e Uruguay possono apparire sugli scaffali dei supermercati russi già a settembre. Mercoledì scorso i tre Paesi hanno confermato che sono pronti per iniziare a rifornire la Russia con prodotti agricoli, e Mosca presto organizzerà degli incontri con gli ambasciatori di Brasile e Argentina.
I divieti di importazione potrebbero essere estesi a qualsiasi Paese che attui una politica di sanzioni contro la Russia, tra cui: Albania, Australia, il Regno Unito, la Germania, l’Unione europea, l’Islanda, Canada, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Moldavia, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Stati Uniti, Ucraina, Francia, Montenegro, Svizzera, Estonia e Giappone.
In tutto ciò, riteniamo risieda la smentita definitiva all’assurda tesi che l’Unione Europea serva a rendere più competitivi i Paesi europei. Fin quando non vi sarà reale sovranità nazionale, e quindi la chiusura di tutte le basi NATO sul continente, nessun organismo, nazionale, o sovranazionale, farà gli interessi dell’Europa, ma ne causerà invece l’affossamento.

Fonte:www.statopotenza.eu

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