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Sergio Cofferati, per gli amici il "cinese" e Raffaella Paita si sono contesi la "nomination" a candidato PD della regione Liguria. Una gara macchiata da brogli molto multietnici ma per questo, sembra assai politicamente corretti...

 

di A.P. -

 

La società multietnica è un valore? Se ne discute da tutte le parti ma sembra che ci sia in questi giorni una regione d’Italia che tra tanta confusione, è riuscita a dare una risposta all’annoso dilemma. E ora si dice che da tutte le parti del mondo dove hanno i nostri problemi con un’immigrazione chi più (?), chi meno (praticamente tutti gli altri!), stanno partendo delle nutrite e qualificate delegazioni per venire a scoprire l’arcano.

E voi sapete chi è stato a chiarire agli italiani l’annoso e complesso quesito, e in quale regione è accaduto il miracolo? Beh, ragazzi, non ci credereste mai, ma si tratta di un uomo che un tempo fece tremare le piazze, per poi darsi, diciamo così, alla politica “contemplativa”. Anzi, a essere precisi per la politica, alla nascita del primo figlio, disse di non avere più tempo da dedicare perché ora la sua priorità era il nuovo arrivato.

A questo punto avrete capito di chi stiamo parlando. Sì, giusto, è lui: Sergio Cofferati, in arte ex segretario della CIGL, mai troppo rimpianto dall’avvento della Camusso. Ebbene, costui in seguito ebbe un ripensamento, e ritornò alla politica ma senza ambire a ruoli esagerati, anche perché essendo sempre stato un convinto uomo di sinistra, oggi nel PD non troverebbe grandi spazi di primissimo piano. Ma almeno, il povero Sergio Cofferati, per gli amici detto il “Cinese”, e non perché ha gli occhi a mandorla quanto per la sua predilezione per la lettura di libercoli dalle rosse copertine, può aspirare al seggio di governatore della Liguria? E così vi abbiamo anche svelato il nome della regione dove il miracolo è avvenuto.

No? Dite che Sergio non ha speranze? Eppure peggio di chi l’ha preceduto, nemmeno lui riuscirebbe a fare. Comunque, nel PD c’è la moda delle primarie – tarocche, che non si dice ma si sa – e quindi via alle primarie. Contro Raffaella Paita, una poveretta che per tutta la durata delle vacanze di Natale si è sentita domandare “Sulla neve, meglio l’albergo o la Paita?”… Adesso tutti direte: ma ‘sta Paita, chi la conosce? Ebbene, sicuramente la conosce Renzi, e questo nel PD basta e avanza. Se non fosse che c’è quel particolare che ritorna, le primarie. Naturalmente, come detto, a taroccarle nel PD sono avvezzi, ma che noia e che strazio! Comunque, questa volta non si devono essere rivolti ai soliti professionisti del settore “impicci e imbrogli”.

Evidentemente, in clima di spending review, si sono organizzati con un “fatto in casa” di poco costo, che però si è rivelato talmente raffazzonato da risultare sfacciato, e se ne sono accorti tutti. Per la verità, se ne accorgevano anche prima, ma almeno allora potevano fare finta, e invece adesso no. Perché?

Perché, prima di tutto, questa volta a votare ci sono andati per lo più stranieri di tutte le razze, le religioni e le etnie, in un crescendo talmente eterogeneo da far girare le palle perfino al Cinese. Intere comunità magrebine si sono riversate sui seggi anche con i loro abiti tipici e il cous cous nel portavivande di Guzzini color verde Islam, ma soprattutto con la pressante richiesta, formulata a chiunque incontrassero, su dove si riscuoteva poi il denaro guadagnato votando… Anche i cinesi sono stati coinvolti. Numerosissimi. E slavi, turchi, colombiani, peruviani e chi più ne ha ne metta, in un crescendo multietnico come mai si era visto. Voilà, amici. Il cerchio è quadrato. Abbiamo la risposta all’annoso quesito: la società multietnica è un valore per chi ne fa parte soprattutto durante le primarie del PD, perché vuoi siano 3, 4, 5 o 10 euro a persona, si guadagna eccome.

Detto ciò, c’è anche chi del quesito se ne frega e bada ad altro. Per esempio la Paita, che non ci sta a farsi dare della taroccatrice di primarie, e va in ogni dove a dire che hanno votato 55.000 elettori e che a conti fatti lei ha beccato ben 4000 preferenze in più di quelle concesse al Cinese. Cioè, incredibile ma vero, i cinesi alle urne, avrebbero voltato le spalle al “Cinese” per antonomasia, e questo a Cofferati proprio non è andato giù nemmeno con l’alka selzer. E infatti ha minacciato di correre come candidato del Sel, Verdi e 5 Stelle, contro la candidata “eletta” del PD.

Ora, dato per scontato che come hanno già ampiamente dimostrato nel corso dei decenni, i liguri sono decisamente autolesionisti visto che continuano ad eleggere amministratori di sinistra che stanno trasformando buona parte del territorio in una “palude” da fare invidia alle Everglades, chi sceglieranno stavolta tra “il Cinese”, un po’ triste, diciamoci la verità e dai costumi molto essenziali e parecchio antiquati anche se la borsa di tolfa l’ha buttata pure lui, e la Paita, che ha promesso una regione Liguria rock sull’onda (in tutti i sensi, pensa a ballare nell’acqua delle alluvioni che spasso!) del suo punto di riferimento, il più famoso cantastorie italiano degli ultimi 100 anni, alla cui corrente politica si dice fiera di appartenere?

Questo “scontro tra titani” in un momento storico in cui non c’è proprio niente a cui pensare, ci affascina e ci elettrizza. Dovremo stare attenti a non restare troppo col fiato sospeso in attesa dei risultati, perché senza aria si può anche morire…

 

Fonte: Quotidianogiovani online

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