E se al Quirinale spingessero proprio lei?
Sì certo: abbiamo appena saputo che ha un tumore. Ma proprio il come la notizia è pervenuta ha in sé qualcosa di strano. Lei non ha detto: "rinuncio alla candidatura, non lavoro più" ecc. Così invece si è esposta a tutti come un essere umano che soffre, il che potrebbe essere la buona scusa perché i vescovi, briefati dal Francesco, le tolgano il veto. Così avremmo una donna, umana, che combatte il male interno come quello esterno dipinto dal Grande Fratello. E magari si troverà una data significativa per eleggerla intorno alla fine del mese.
Improbabile? Difficile? Chissà. Fatto sta che il profilo del prossimo Presidente risponderà a uno dei due requisiti: uno sbiadito commis che non consentirebbe il grande balzo in avanti all'internazionalizzazione italiana, in tal caso si parla di gente come Grasso o la Finocchiaro o anche Rodotà.
Oppure serve una figura di punta dell'internazionalismo. Amato è a metà strada tra i due profili, Draghi difficilmente rinuncerà alla Bce; la scelta - se di figure di punta si tratterà - è tra loro due, Prodi e la Bonino.
Prodi è sicuramente l'uomo più gettonato dai centri anglocinesi, ma la Bonino ha dalla sua gli Usa, Israele e l'Onu.
Vedremo. Certo che non ha molta importanza chi sarà il prossimo presidente: la china è quella.
(Adinolfi)