Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

di Gianni Fraschetti -


Ho due figli, venti e ventitre anni, due maschi, due bravi ragazzi e non lo dico per orgoglio di padre ma semplicemente perché è la verità. Sono stati liberi di fare le loro scelte in totale autonomia in tutto, dal corso di studi, alla fede religiosa, a quella calcistica e quella relativa al proprio impegno civile. Insomma hanno scelto loro da che parte del fiume stare. Si sono guardati intorno, hanno valutato ciò che vedevano e ne è scaturita una analisi critica e delle logiche conclusioni. Abbastanza radicali quelle del più piccolo, solo leggermente più sfumate quelle del grande. O magari, più che sfumate, forse temperate da una maggiore dose di razionalità nella miscela cuore/cervello.

Ieri sera parlavo proprio con lui, con il grande. Mi aveva telefonato, come fa ogni sera, per salutarmi e per scambiare quattro impressioni sugli avvenimenti del giorno. Aveva letto un mio pezzo sul Blog, La casa del padre e mi ha posto delle domande alle quali francamente non ho saputo rispondere compiutamente.

Lui non ha conosciuto il MSI e le sue organizzazioni giovanili, e non ha una idea compiuta di cosa possano essere stati quegli anni. Era sul passeggino quando la casa del padre fu abbandonata e iniziò questo lungo e tormentato percorso, avrebbe forse potuto avvicinarsi ad AN, che già era qualcosa di profondamente diverso, con troppe pere, mele e banane messe nello stesso cesto a marcire, ma gli è stata sottratta anche questa possibilità, e Forza Italia, francamente, credo sia irrimediabilmente fuori dall'orizzonte possibile di un ragazzo dabbene, di un' anima ben nata, di un giovane che non ha pulsioni precoci per scranni più o meno dorati.

Insomma per uno che a vent'anni vive giustamente i suoi ideali e se ne frega di andare a fare il consigliere circoscrizionale in qualche municipalità di Roma in attesa che gli si offra l'opportunità di pugnalare alla schiena qualche amico e di proseguire la scalata verso poltrone sempre più comode. L'animo dei giovani si nutre anche e principalmente di bei gesti e di belle sconfitte che vengono custodite gelosamente e tramandate di generazione in generazione, andando a costituire quel fil rouge che cuce tra loro pezzi di storia altrimenti troppo lontani per potere essere correlati tra loro e offre un senso e una visione organica e dinamica delle vicende umane nel loro plurimillenario svolgimento.

In questo enorme e virtuoso ciclo educativo i giovani, a mano a mano che vanno avanti negli anni, divengono icone per quanti sono anagraficamente dietro di loro e arrivano a custodirne l'orgoglio, attendendo che i piccoli siano abbastanza grandi da rivendicarlo e farlo proprio e non si spiegherebbero altrimenti certi mancati cedimenti alle lusinghe e alle tentazioni di questa società mercantile in ogni sua manifestazione, se non con la inderogabile necessità di salvaguardare il patrimonio che era stato consegnato da chi aveva preceduto e trasmetterlo accresciuto di nuove pagine di civile valore a coloro che avrebbero seguito.

Così funzionava da millenni, se ci pensiamo bene, e questo sottile filo rosso affondava in profondità nel mare della storia andando a cercare radici lontane, radici che non potessero gelare mai, per quanto il freddo più disumano potesse accanirsi. Radici che arrivano almeno fino ai ragazzi di Roma, ai legionari e ai giovani Tribuni, rampolli delle migliori famiglie romane che a 16 anni, dismessa la toga praetexta, andavano a servire nelle Legioni.

Radici che attraversano le trincee del Carso e del Piave, dove ragazzini di non ancora 18 anni fermarono uno dei più potenti eserciti dell'epoca - e non sto qui a discutere sui torti e sulle ragioni o sulle origini stesse dell' Unità d'Italia, che è tutta un'altra storia. Si puo' morire bene anche per cause sbagliate o ritenute tali.

Radici che passano per i deserti e le Ambe africane, affondano con maggio vigore in Nord Africa, ad El Alamein, e da lì per le valli e le contrade del Nord Italia durante gli anni tragici della guerra civile, quando i fratelli uccisero i fratelli e quando si fece scempio dei vinti e della loro memoria.

Ritroviamo ancora quelle ostinate radici a Trieste, nei primi anni '50 quando il piombo inglese mena strage tra i ragazzi della Giovane Italia e del FUAN che rivendicano l'italianità della città, e ancora altro piombo dopo, negli anni che da questo materiale presero il nome, e altri morti e altre storie che divennero leggende da custodire e tramandare.

Questa era ed è la nostra storia. Una storia di orgoglio, di sangue e di onore. Una storia che adesso, come per magia, non c'è più. Scomparsa, volatilizzata e sostituita nell'immaginario collettivo degli italiani, con un gioco di prestigio disgustoso, dalle vicende di Ruby rubacuori e della Minetti, dei ladri, delle veline e dei calciatori, delle olgettine e delle puttane. Da banditi, venduti e ruffiani della peggiore specie.

La marcia di questa repubblica, nata male e finita peggio, ammorba tutto e tutti col suo lezzo nauseabondo. Il lezzo di un cadavere in avanzato stato di putrefazione. Eppure si continua ignobilmente ad accostare e identificare con la destra questa immonda discarica a cielo aperto che occupa da decenni le prime pagine dei giornali e gli organi di stampa fanno a gara nel produrre accostamenti ridicoli nella loro irriverente ignoranza. Ma tant'è, anche questa è l'Italia di oggi.

E allora mio figlio, che ha poco più di vent'anni ma sa capire le differenze molto bene, mi ha detto: " Papà, ma ti rendi conto se ci fosse ancora una vera destra?". Già, quella destra pulita, quasi ascetica, creata da un impasto di principi, valori e amore, forgiato al fuoco della passione. Quella destra che ispirava fiducia a tutti, anche a quelli che non la votavano, perché in cuor loro sapevano che era gente onesta, gente per bene, gente che non si vendeva e non scendeva a compromessi.

Ma hai voglia a guardarti attorno adesso, quella destra non c'e' più. Puff ! Scomparsa come per magia, abolita d'ufficio, abrogata d' imperio, in un gesto di autolesionismo ripetuto (prima l'MSI e poi AN) che non ha precedenti nella storia. E tutto ciò in nome di cosa Santo Iddio?

E cosa dico a mio figlio di vent'anni che cerca una destra che non c'è più? Cosa gli dico io, eh? Che si compri un bel blazer, si faccia un po' di lampada abbronzante, si trombi una velina e vada alle prossime selezioni di Mediaset per la nuova classe dirigente? Questo gli dovrei dire? Era dunque questa la terra promessa quando abbandonammo la casa del padre?

Finché ci saranno uomini...e donne che camminano a testa alta quel sottile filo rosso che cuce tutta la nostra storia non sarà spezzato, però. Questi ragazzi hanno un disperato bisogno di un bivacco e di vecchie storie raccontate intorno al fuoco. Un vecchio proverbio delle Highlands recita quando sento suonare le cornamuse ho pena per chi non è scozzese. In questo momento le nostre cornamuse stanno suonando a squarciagola per chiamarci a raccolta. I nostri figli e la Nazione intera hanno bisogno di quella destra liquidata con troppa precipitazione, non della solita intruppata di marmaglia di ogni specie.

 

Condividi post
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: