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di Gianni Fraschetti -


La sceneggiata napoletana è un genere di rappresentazione popolare che alterna il canto con la recitazione e il melologo drammatico. I canoni entro cui la sceneggiata si muove sono molto ben definiti: l'onore, il tradimento, l'amore e la malavita, e sono ottimamente sintetizzati nel trinomio dei protagonisti.
Isso, il protagonista, l'eroe positivo; issa, l'eroina, e o'malamente, il cattivo, l'elemento di negatività.
Non mancano nel dipanarsi delle vicende accenni alla realtà sociale nella quale sono immersi gli interpreti.

La sceneggiata napoletana ha la peculiarità di suscitare un profondo coinvolgimento emotivo degli spettatori che in epoche non tanto remote sono arrivati a esplodere colpi di pistola nei teatri e ad aggredire fisicamente l'attore che interpretava o'malamente.

Ma cosa c'entra, vi chiederete, la sceneggiata napoletana con l'annunciata ri-discesa in campo del cavaliere, il quale va dicendo a tutti che dopo il 9 marzo succederanno cose da pazzi. E soprattutto come si fa a parlare di sceneggiate in un contesto disastrato come il nostro?
C'entra, c'entra...Date retta a me che c'entra, eccome se c'entra.

Ormai il Cavaliere è stato totalmente conquistato alla causa neoliberista, che poi è in un sol tempo sia propedeutica alla soluzione dei casi suoi, personali e aziendali, che conforme al suo pensiero, che di sociale ha veramente poco. Inizialmente, non sappiamo se con le buone o più presumibilmente con le cattive, l'uomo è stato costretto a dimettersi e a lasciare il cadreghino al Professore di Varese, ma successivamente si è tranquillamente arrivati a un accordo complessivo che ha trovato la sua complessiva definizione nell'accordo del Nazareno.

Esigenze di carattere aziendale e urgenze di carattere giudiziario, ivi compresa una bella e corroborante assoluzione, sono state "aggiustate" con sua grande soddisfazione e in cambio Berlusconi ha accettato di ascendere al ruolo di padre nobile delle riforme costituzionali e di defilarsi quindi dalle dinamiche quotidiane della politica.

E' cosa nota però che il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi, e quindi tutti i progetti dei padroni delle ferriere sono andati bellamente a farsi fottere di fronte alla velocità assunta dalle vicende italiane, europee e mondiali.

Sbagliamo infatti a credere che questi mascalzoni controllino tutto. Non è così, non è affatto così, visto che gran parte di quanto vediamo accadere è il giusto effetto di una catena di errori in sequenza. E dunque possiamo dire che Renzi il cazzaro, la bella figheira e tutto il resto della allegra brigata al governo, ne hanno finora azzeccate molto poche da quando hanno posto i deretani sulle poltrone.

Insomma stiamo volando al capolinea (il default) con la velocità del lampo, una velocità che non era stata certo stata prevista dai sagaci ideatori dell' italian way che immediatamente sono corsi ai ripari e cosa c'era di meglio che riproporre agli italiani la sceneggiata napoletana che tanto li ha divertiti negli ultimi 20 anni?

Nulla potrà distrarre maggiormente il popolo (bue e cornuto  ndr) dalle sue quotidiane ambasce, si devono essere risposti ed ecco quindi Mattarella, il tranviere di stato, ascendere al Quirinale, dando così il via all'ennesima rappresentazione che va in scena da un ventennio: il cavaliere, fresco di riduzione della pena, tirato a nuovo e lucidato come nelle migliori occasioni, furibondo per lo sgarbo subito da Renzi, alias o'malamente, dare al popolo il fatale annuncio "Adesso basta, così si va verso una deriva autoritaria. Ghe pens mi...".

Una ola di frenetica felicità ha attraversato le redazioni di Servizio Pubblico, Ballarò, Di Martedì e loro cloni e imitatori. Travaglio e Santoro quasi non credevano ai loro sensi. Si torna finalmente in affari, dopo mesi passati a languire senza un perchè che giustificasse la loro esistenza in vita. Certo avrebbero potuto sfruttarli per cominciare a dire la verità sulla nostra situazione complessiva, sui perché e sui percome, ma cribbio ( direbbe il Cav ), non si sputa nella ciotola dove si mangia e soprattutto il padrone non va nemmeno nominato.....

Gli italiani stanno già velocemente prendendo posizione in campo, come ai vecchi tempi. Berluscones da una parte e anti berluscones dall' altra. Uno schema di gioco ampiamente collaudato, che conoscono perfettamente, che li ha deliziati per tanto tempo e che farà loro dimenticare la tragedia in atto, l'abisso nel quale stiamo sprofondando i milioni di nuovi poveri e di disoccupati, le migliaia di aziende che chiudono, la macelleria sociale in atto, una generazione che abbiamo già bruciato e le altre che sono a rischio di fare la stessa fine.

Non ce ne frega un cazzo !

Torna il cavaliere, con tutto il suo circo. Con Issa, la Pascale; con il nuovo o'malamente fiorentino; con le mignotte, il bunga bunga, la Boccassini, i numerosi processi, Ruby rubacuori e le olgettine che hanno già riconquistato le prime pagine dei TG e tutte le altre magiche storie che ci hanno accompagnato in questi lunghi e interminabili anni.

Animo dunque, che la vita ha finalmente e di nuovo un senso e chissà che a questo punto non ci facciano un regalo meraviglioso e non torni pure Prodi. Già se ne parla nelle vesti di super mediatore dell'ONU, e a pensarci bene le vera sceneggiata da Oscar sono loro due, un isso e o'malamente intercambiabili e perfetti, rimasti a oggi insuperati. Dopo Pittibimbo, cui prevedo corta vita (politica) sarebbe quel che ci vorrebbe per accompagnare degnamente il nostro funerale.

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