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Primo turno shock per la UE nelle elezioni presidenziali in Polonia. La destra liberista di Tusk e del Presidente uscente Komorowski viene travolta dagli anti UE nazional populisti di Duda. Terzo il nazionalista Kukiz i cui voti al ballottaggio confluiranno su Duda. La Polonia imbocca la strada dell'Ungheria, ma in Europa conta molto più della Spagna...e forse anche di noialtri.

(Informare) - Decisa svolta nazional populista in Polonia, il più occidentale e insieme il più importante (per popolazione, forza economica, peso politico e militare) tra i Paesi della ex cortina di ferro, membri oggi della Ue e della Nato. Secondo gli exit poll diffusi dai maggiori media polacchi, lo sfidante nazionalpopulista Andrzej Duda ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali... 

Con il  34,8% Duda avrebbe sorpassato il Presidente in carica, il liberal Bronislaw Komorowski, membro di spicco del partito centrista ed europeista Piattaforma dei cittadini (PO) al governo dal 2007, prima con Donald Tusk e ora con Ewa Kopacz. Al primo turno, sempre secondo gli exit poll, Komorowski ha ottenuto soltanto il 32,3%, molto meno del 40 per cento e passa che gli attribuivano gli ultimi sondaggi. Altra indicazione molto preoccupante per  la UE: al terzo posto negli exit polls figura il cantante rock nazionalista Pawel Kukiz con il 20,3 per cento. 

Partecipazione al voto relativamente alta: 49,4 per cento. Tutto sarà quindi deciso al ballottaggio che si terrà tra due settimane, domenica 24 maggio. Ma se il trend indicato dagli exit poll verrà confermato, i voti andati a Kukiz e agli altri candidati minori di estrema destra confluiranno sicuramente su Duda, che dunque avrebbe la chance di spodestare l'attuale presidente lneo-liberista. E la svolta sarebbe un anticipo delle elezioni parlamentari che si terranno entro fine anno.

Il processo che sembra avviarsi col primo turno delle presidenziali polacche avrà pesantissime conseguenze per l'Unione europea, per l'Alleanza atlantica, e in generale per l'Occidente nel suo difficile confronto con la Russia di Vladimir Putin.

Merkel, Renzi, la Commissione europea  di Juncker e la Bce di Draghi possono perdere in caso di caduta dei liberisti a Varsavia un alleato e partner chiave, un interlocutore fondamentale in un quadro strategico complessivo ove la Polonia ormai Paese pesa più della Spagna e forse della stessa Italia.  

"Porteremo Budapest a Varsavia", promettono i vincitori, intendendo dire che la forma di governo ideale per loro è  quella del premier ungherese Viktor Orbàn, il quale ha  restituita la sovranità nazionale al suo popolo abrogando di fatto l'asservimento dei contropoteri - dai media alla giustizia, alla Banca centrale - alla troika UE,BCE, FMI.

Il ballottaggio si annuncia durissimo per Komorowski, anche perché la Chiesa polacca è sempre più lontana e ostile alle svolte di papa Francesco e a questo punto si sentirà incoraggiata,  a lanciare un attacco decisivo contro la nuova Polonia liberalista, gay e merticcia e ai suoi rappresentanti politici. E certo incoraggerà i fedeli, nelle campagne della "Polonia profonda" ma non solo, a votare contro Komorowski.

La Polonia vanta ritmi di crescita economica quasi cinesi, conti pubblici in ordine, flusso continuo d'investimenti d'eccellenza tedeschi, italiani, asiatici, occidentali in generale. Ma le dure riforme attuate dopo la presa del potere dei liberisti, avvenuta dopo la disgrazia aerea che annientò la classe dirigente polacca, hanno prodotto anche lassù costi sociali insostenibili (disoccupazione specie giovanile ancora alta sebbene minore che in Italia o in Spagna, emigrazione) e malcontento.

Dopo otto anni al potere, il ricambio appare ormai indifferibile  e, vista la rilevanza di quella Nazione,  avrà conseguenze di cui riesce difficile anche prevedere la portata per il futuro della UE.

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