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di Gianni Fraschetti -

Dunque, se proprio vogliamo essere ligi e precisi, e magari conformi alle Leggi che ci siamo dati, dobbiamo rilevare che non vi sono grandi differenze tra i poliziotti "macellai" della Diaz, compresi gli alti gradi e quelli "pecore" di Milano, compreso il loro capo e lo stesso Ministro Alfano che si sono anche vantati di aver fatto divenire i doveri che derivano dal loro stato una mera questione di punti di vista.

E già, perchè non è che da qualche parte, nel Codice Penale, nel Testo Unico dei regolamenti di P.S, e nella stessa Costituzione, sta scritto, o quantomeno si lascia intendere, che in presenza di un reato, anzi, mentre questo reato si sta reiteratamente consumando da ore in diretta televisiva, sia facoltà del Governo o delle forze di polizia, a nessun livello lungo l'intera catena di comando, decidere se ci si possa voltare dall'altra parte e lasciar fare. Insomma, se sia a discrezione di qualcuno la decisione di intervenire o rimanere a guardare limitandosi a lanciare centinaia di lacrimogeni totalmente inutili, perchè gli "sfasciatutto" sono tutti rigorosamente dotati di mashere antigas. Un modello standard NATO, se a qualcuno interessa il particolare...

Non funziona così, ma nemmeno un po'. Non vi è il minimo margine di discrezionalità in simili frangenti e l'obbligo di intervenire per porre termine alla perpetuazione del reato è tassativo, come il giorno dopo a Bologna, per esempio, quando le teste rotte delle povere insegnanti non si sono contate, anche se, a pensarci bene, in Italia c'è sempre stato un uso spregiudicato delle forze di polizia e una gestione politicamente irresponsabile dell'ordine pubblico. A chi troppo, dunque, come alle povere insegnanti di Bologna e a chi niente, come agli "sfasciatutto" dei centri sociali a Milano.

D'altronde mestare nel torbido è nella miglior tradizione democratico cristiana. Una tradizione che quanto a senso dello Stato non sa nemmeno in quale continente si trovi. Una tradizione e un modo di fare tornati ultimamente di gran moda con Renzi e la confraternita del giglio magico. Le leggi per i vecchi, i nuovi e i nuovissimo cattolici in politica sono come la pelle delle palle. La si può tirare come ci pare, da ogni parte, e allungare o accorciare secondo la convenienza del momento, e dunque, si saranno detti, che male ci sarà mai? 

Lo si è sempre fatto di chiudere un occhio, se non addirittura tutti e due. E' vero, ma almeno prima non ce lo venivano a raccontare apertis verbis, vantandosi a reti unificate e sfoderando facce da culo veramente impressionanti. Si faceva tutto con il solito stile curiale, ovattato, criptico e sicuramente il Capo della Polizia e il Ministro degli Interni non si sarebbero mai nemmeno sognati di infliggere agli italiani gli ultimi insopportabili sermoni di Sansa e Alfano.

Nessuno ci avrebbe costretti a prendere atto che lo Stato - concetto dalla definizione sempre più vaga in Italia - aveva deciso di calarsi volontariamente le braghe e di farselo mettere a quel servizio per non disturbare troppo il Renzi's day: l'inaugurazione dell'Expo con tanto di inno nazionale storpiato e discorsone del bugiardone.

E dunque, visto che ci sarebbe stato un conto da pagare per tale decisione, che se la prendessero pure in saccoccia i milanesi, perchè la Polizia doveva solo stare attenta che gli "sfasciatutto" non si avvicinassero troppo agli obiettivi sensibili. Ovvero quelli dove la "casta" celebrava se stessa nel giorno dell'Esposizione universale. Mitico il tweet di Alfano...e ora difendiamo la Scala..

E i milanesi se la sono presa in saccoccia, eccome. A cominciare dai proprietari dei negozi e delle auto date alle fiamme, per finire col branco di poveri deficienti trascinati dal "compagno" Pisapia a dare vita a quella ignobile sceneggiata della "pulitura". Una delle scene più tristi mai viste nel dopoguerra.

A rendere la giornata veramente indimenticabile per questi epigoni di Todo Modo è mancato solo il poliziotto morto, ma ci sono andati vicini. Con un pochino di aiuto dalla "suerte" oggi parleremmo di aule del Senato da intitolare al caduto, di funerale solenne di Stato...insomma la vicenda Giuliani sarebbe stata definitivamente archiviata. Uno a uno e palla al centro.

Invece quel pizzico di fortuna è mancato, e così i colleghi dell'agente colpito dalla molotov sono riusciti a spegnere le fiamme prima che il falò lo divorasse in diretta televisiva, pareggiando il conto con le immagini di Giuliani steso a terra a Piazza Alimonda a Genova, e il Vice Questore disteso al suolo e randellato di santa ragione ha ricevuto il soccorso dei suoi uomini prima che accadesse il peggio (o il meglio, secondo punti di vista).

A questo punto resta solo da capire quale differenza ci sia tra i funzionari e gli agenti coinvolti nei fatti della Diaz e il Prefetto Sansa, che ha ammesso di avere impartito l'ordine di non intervenire in presenza di reati a bizzeffe che si perpetravano nel tempo senza soluzione di continuità, i suoi uomini che quell'ordine l'hanno eseguito e il sempre più bravo Ministro degli Interni che lo ha ispirato, immaginiamo a sua volta ispirato da chi.

E' chiaro a tutti che sia gli uni che gli altri hanno infranto la legge e disonorato l'uniforme che indossano. E Alfano, con quelle sue insopportabili erre arrotate, viene pure a vantarsene in tv. Ma è rimasto un giudice a Berlino?

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