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Il "vaffanculo" di Rossella: 25 aprile e dintorni

Pochi giorni fa, la peggiore presidente della camera del dopoguerra, Laura Boldrini, se ne è uscita ancora una volta, come i dolori, con una delle sue squallide e infelici boutades, affermando di voler cancellare la scritta “Mussolini Dux” dall’obelisco del Foro Italico.
Il Foro Italico, per chi non ne fosse a conoscenza, fu inaugurato nel 1932 col nome di Foro Mussolini ed è un vasto complesso sportivo sito alla base di Monte Mario a Roma.
E questo, fa capire come, a 70 anni dalla sua morte, Benito Mussolini domini ancora la scena.

Il che, in un mondo che divora figurine di politici quasi al ritmo dei wahroliani “15 minuti di celebrità”, è un evidente segno di disagio per chi invece non vorrebbe neppure più nominarlo
Il 28 aprile 1945, il capo del fascismo veniva fucilato a Giulino di Mezzegra, prima di essere destinato, l’indomani, a quello che spesso ci si dimentica essere stato lo spettacolo che ha ispirato l’espressione “macelleria messicana”: lo scempio infame di piazzale Loreto.

Anche quell’immagine terribile l’abbiamo rivista di recente, in uno striscione fatto sventolare a Roma da qualche gruppetto antifascista, in occasione del 25 aprile. Che, vista l'età di quei bimbominkia, posso tranquillamente asserire che quelli nemmeno sapessero chi fosse il Duce, ma siccome fa figo affermare " io sono antifascista", eccoli lì allora, con il loro piccolo neurone bloccato nel suo naturale sviluppo, a berciare senza cognizione di causa.

E quest'anno più che mai il 25 aprile - ricorrenza inesistente per la sottoscritta - ha diviso anziché unire. Ha diviso gli antifascisti dai fascisti, gli antifascisti fra di loro ( “istituzionali” v/s “militanti” e “filopalestinesi” v/s “filoisraeliani”) ma soprattutto ha diviso gli antifascisti dagli italiani e i sondaggi sul totale disinteresse della popolazione verso questa sagra della porchetta laica sono eloquenti.

Tant'è il disinteresse che per tentare di riunire sotto un'unico, indegno, pensiero debole i lobotomizzati delle più diverse estrazioni e provenienze, quest'anno ci si sono messe anche le televisioni a trasmettere per una settimana intera filmetti e documentari tra il comico e il patetico, sia sulle reti Rai - e poi chiedetemi ancora perché non pago il canone - sia sulle reti Mediaset e sarebbe d'obbligo un momento di approfondita riflessione e vergogna da parte di Berlusconi.

E lo stesso richiamo ossessivo a Piazzale Loreto, al di là di ogni considerazione etica, appare solo un disperato tentativo di attirare l’attenzione sull'anniversario alzando i toni.
Già, perché dopo 70 anni, S.E. Benito Amilcare Mussolini domina ancora vincente i suoi avversari, un branco di nani costretti a vivere di luce riflessa e frustrati fino alla morte perché assolutamente incapaci, dopo 70 anni, di vivere di luce propria. Solo l'antifascismo tiene in piedi tutta la baracca, ma mentre questi poveri pirla si godono la loro festa ultra-minoritaria, la figura del Duce non ne esce certo sminuita, né accusa un calo di popolarità.
Anzi, tutt'altro.

Siccome però non sono ipocrita, ammetto anche che talvolta si tratta di un Duce filtrato attraverso gli occhi ingenui, cialtroni e in fondo a-fascisti del web-populismo. È un Mussolini-San Gennaro che dovrebbe tornare dal cielo per “sistemare un po’ di cose”.
È il Duce dei calendari, delle bottiglie di vino, degli accendini e dei mille e mille gadget.

Il limite tra la genuina devozione popolare e la profanazione è ovviamente molto sottile e spesso io stessa mi ritrovo a dover dialogare con persone che dichiarano "io sono fascista, guarda, ho la spilletta del Duce con scritto Nobis", ma quando gli chiedo il significato di Nobis mi guardano come se fossi un'aliena. Che peraltro, poi, sto' Nobis non si capisce bene quale cranio eccelso lo abbia partorito, visto che non ha nulla a che vedere con la romanità e i fascisti utilizzavano il ben più tonante "A noi!", che suona molto meglio e fa anche cagare sotto se sparato a pieni polmoni da una centuria indomita. Il mistero su tale neologismo permane e si attendono spiegazioni al riguardo. Resta comunque il fatto che Mussolini, a differenza di qualunque altro politico e statista della storia d’Italia, giganteggia nell’immaginario collettivo anche dopo 70 anni.

Va da sé che ci sono tanti altri aspetti di Mussolini meno noti e che sarebbero invece degni di attenzione: l’uomo di coraggio, il soldato, l’intellettuale militante che sfidava a duello i suoi nemici e quasi sempre vinceva; il giornalista, il polemista, lo scrittore, l’agitatore di coscienze; il politico che citava Nietzsche, firmava testi teorici insieme a Giovanni Gentile, riceveva Evola, teneva sulla scrivania Platone; il giovane presidente del Consiglio che veniva ammirato e studiato dai governi di mezzo mondo; il costruttore dello Stato, il legislatore, l’edificatore di città, strade, scuole, il bonificatore, il modernizzatore; il socialista, l’uomo di popolo, l’antiborghese, colui a cui dobbiamo ancora oggi privilegi che non sono certo farina dell'orrida Camusso e dei suoi predecessori.

Eh già, fatevene una ragione ma le pensioni, l'inps, la tutela della maternità, l'assegno familiare, la festività del 15 agosto e pure il diritto sindacale , giusto per fare qualche esempio, sono tutte cose istituite da Mussolini.

Già, i libri di scuola del dopoguerra e le maestrine dalla penna rossa insegnano tutt'altro vero?
O insegnano falsità, oppure omettono.
Ma le cose stanno esattamente così.

Cari amici, gli anni passano, le epoche cambiano, i problemi del 2015 non sono certo quelli del 1922, anche se, per come la vedo, sono molto peggiori. Il nostro paese è ridotto ormai a una latrina maleodorante e tutto ciò che di buono era stato fatto dal fascismo e nell'immediato dopoguerra dalle generazioni che dal fascismo erano state comunque educate, non esiste più.
Ma purtroppo non si può vivere guardandosi indietro.

Per il momento, comunque, c’è l’impressione fortissima che sia ancora Lui a stare davanti a noi, sopra di noi, e che ancora oggi, anzi, sopratutto a oggi, Mussolini faccia ancora molta paura.
E così sia, dunque.

Pertanto oggi il mio più sincero vaffanculo da soprano, prolungato sulla nota e soprattutto meritato dai destinatari va a tutti quelli che infangano la memoria del Duce, ma continuano a usufruire dei privilegi che il Duce stesso creò, e a tutti quelli che ne parlano male "solo per sentito dire" e ovviamente alla Boldrini, per la quale nutro un disprezzo che è impossibile quantificare.
Andate a studiare la storia, capre!

Perché la scritta DUX al Foro Italico rimane, come rimangono meravigliose opere d'arte del periodo mussoliniano e interi quartieri delle nostre città. I più belli. I più luminosi.
E ricordatevi sempre che nessun fenomeno al mondo può impedire al sole di risorgere...

Meditate gente, meditate.

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