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(Gabriele Adinolfi) - Non sappiamo esattamente chi fosse Regeni né chi i suoi assassini pensassero che fosse. Il ragazzo aveva studiato a Cambridge, quindi in New Mexico e ora si trovava al Cairo presso l'Università americana. Lo dipingono come un collaboratore dei servizi segreti senza mai chiarire se intendono gli italiani o gli angloamericani (anche le collaborazioni al Manifesto, da sempre sotto l'egida di Wall Street suggerirebbero quest'ultima possibilità). Ma in fin dei conti non significherebbe poi molto. Gli italiani? Ma di che orientamento e parrocchia? Oppure gli inglesi o gli americani? E, se gli americani, chi? Perché sarebbe ora di capire che i conflitti ormai sono intestini e che il groviglio del tutti con tutti e del tutti contro tutti vale anche per gli apparati.
Dittatori e bravi progressisti Il ragazzo, quale che sia stata la sua attività, si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Aveva contatti con la feccia delle Primavere Arabe che, i nostri media, per atavica deformazione d'anima e cultura, esaltano contro i dittatori Mubarak e Al-Sisi, ignorando volutamente che si tratta della stessa gente che ha portato la devastazione e l'orrore in Iraq, in Libia e in Siria. Se può essere discutibile sostenere che Mubarak e Al-Sisi sono meglio di loro, di sicuro si può però affermare che essi sono peggio dei leader che li hanno sconfitti e che il bilancio di una loro vittoria lo computeremmo in stragi, migrazioni etniche e disastri umanitari tali da far sorridere solo la Boldrini.
Per Regeni paghiamo noi Non sappiamo, al momento, chi fosse esattamente Regeni, ma qualcosa la conosciamo di sicuro ed è quanto segue. La scoperta del corpo seviziato del ragazzo ha bloccato immediatamente i contratti dell'Eni in Egitto, contratti che dovevano essere firmati all'indomani del suo ritrovamento. Ci raccontano che, a rapirlo, seviziarlo e ucciderlo, sarebbe stata la polizia segreta egiziana. Come elemento a sostegno di questa tesi, i vari portaparola delle Primavere Arabe – ovvero dell'oscurantismo apocalittico – ci raccontano di un numero altissimo di desaparecidos, catturati e scomparsi nel nulla. Nessuno ha la freschezza cerebrale per dedurre che, se è vero che la polizia egiziana rapisce, tortura, uccide e poi fa sparire i corpi, il ritrovamento del cadavere di Regeni non ha più senso? Lo ha in solo due casi: se i suoi aguzzini non sono uomini del governo ma bande in mano a organizzazioni jihadiste – magari ai Fratelli Musulmani che obbediscono a Londra – oppure se si tratta di apparati statali, sì, ma manovrati contro Al-Sisi e contro gli interessi italiani. Di qui la sospensione degli accordi tra l'Egitto e l'Eni.
Ben ci sta È inammissibile che in questo Paese, invece di parlare delle commesse saltate all'Eni, anziché dare risalto all'epurazione improvvisa di ben ottantatré agenti dell'Intelligence alla vigila di un invischiamento pericoloso in Libia, piuttosto che soppesare le frasi di Valls che sanno di ammonimento e quelle di Alfano che, se ha capito quello che ha detto, sono a conferma della minaccia che ci viene dai rivali anglofrancesi, ci si lasci incantare da tutta la cialtroneria alla Greta e Vanessa per cantare a favore di chi opprime, sgozza, distrugge le forme, odia l'arte, il bello e il nudo. Non abbiamo ancora imparato la lezione? Questa stupida, acida, arroganza progressista ci ha condotti al suicidio etnico e culturale e ha prodotto mostri reali, quelli che prima gli americani dovevano inventarsi a Hollywood e che ora sono tra noi, ringraziando le Boldrini degli ultimi cinquant'anni.

 

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