La piccola Giuseppina Gherzi, bambina di 13 anni, mentre vien portata al martirio
(Gianni Fraschetti) - Gli italiani di ieri in fondo erano come quelli di oggi.....agnostici. All'epoca non erano fascisti, come oggi non sono renziani, sono utilitaristi, egoisti e menefreghisti....Il vecchio Francia o Spagna purchè se magna da noi è un evergreen. Nel '45, quando hanno capito che gli americani avevano vinto, si sono messi il fazzoletto rosso al collo e daje ad ammazzà...Chi capitava, chi conveniva: il rivale in amore, il farmacista ricco per fottergli la farmacia, quello che ti stava sui coglioni fin dalle medie. Non c'era limite alla fantasia del carnefice, insomma le solite miserabili vicende da italiani. Se ci pensate bene non esiste una storia della resistenza, vera attendibile e credibile, prima di Febbraio/ Marzo del '45, checchè ne scriva Cazzullo (nomina sunt significantia rerum).
La loro epopea comincia nelle radiose giornate...quando si potè finalmente fare mattanza di uomini donne e bambini disarmati... Lo dico spassionatamente, io mi vergognerei come un ladro se avessi avuto mio padre partigiano o sedicente tale. Solo immaginarlo intruppato con bande di renitenti alla leva, ladri, disertori, malfattori di ogni risma e comunisti mi fa stare male. Che poi, in tutto erano qualche migliaia di persone sparpagliate sui monti del Nord Italia. E ciò alla faccia delle sedicenti repubbliche partigiane e dei nomi pomposi che tali bande di malfattori si attribuivano: Brigata...Ma avete idea di quale è la consistenza numerica di una Brigata? Qui 50 persone scappavano in montagna per non adempiere ai loro obblighi, o magari per darsi al brigantaggio e secondo i nostri "meravigliosi" storici costoro costituivano una Brigata... Una banda di ladri, impostori e bugiardi. Ma soprattutto assassini. Aveva ragione il soldato Albertazzi quando affermò «Forse non dovrei dirlo, non sta bene!, ma io i partigiani li ho sempre visti scappare, le poche volte che li ho visti».