(Gabriele Adinolfi) - A Nizza, come al solito, elementi inquietanti: il solito terrorista che perde il documento d'identità, il solito Valls che predice i massacri, eccetera eccetera. Intanto il meccanismo funziona alla grande. Da una parte c'è chi dice che la situazione non è più sotto controllo e che il terrorismo fai da te comporterà una guerra di religione e di razza che non si potrà più evitare. Dall'altra c'è chi parla di guerre oblique, combattute dalle varie potenze mediante servizi segreti e bande terroristiche. C'è, infine, chi dice che è tutta un'operazione di vertice: gente manovrata per apportare terrore e rafforzare così il potere oligarchico, contribuendo al condizionamento delle folle.
In realtà è tutto questo insieme. Tutto tranne il fatto che la situazione non sia più sotto controllo, cosa alla quale non credo nemmeno un po'. Per il resto, che ci sia l'humus adatto per creare e allevare terroristi allucinati è palese, che quelli che colpiscono siano spesso autonomi e spontaneisti, è probabile. Che comunque vari servizi li monitorino – come si è scoperto in quasi tutte le stragi in Francia e Belgio – è un altro fatto indiscutibile. E che, per manipolarli, usino tecniche sottili, sostanzialmente psicologiche e non effettuino veri e propri arruolamenti, è un elemento che va considerato dovutamente, cosa che non avviene quanto necessario. Che così si scatenino allora guerre per delega tra governi o gruppi di alleanze nazionali, è sicuramente vero. Talvolta a prescindere dalle intenzioni degli stessi terroristi-burattini. Che tutto questo rafforzi il sistema oligarchico che nulla fa, quindi, per impedirlo, e che contribuisca pesantemente al condizionamento delle mandrie al mattatoio, è fuori discussione.
Quindi hanno ragione quelli che denunciano la minaccia jihadista, l'hanno quelli che evocano piste internazionali, sempre che non sbaglino pista, e l'hanno quelli che accusano i vertici nazionali e internazionalisti. Tutto si tiene reciprocamente e non vi si può far fronte se non completamente.