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Dopo la figura dell'ebreo errante, Levy impone adesso l'immagine dell'ebreo pazzo. E ci riesce benissimo

(Gianni Candotto) - Il Corriere della Sera ospita un lunghissimo e farneticante articolo (l'ennesimo) di Bernard Henry Levy su Aleppo. Due pagine che sarebbero comiche, se non facessero riflettere su quanto in basso siano caduti i semicolti che fanno da avanguardia violenta e settaria al sistema. Inizia definendo Assad "Il Pol Pot del jet set" (perché poi del jet set? Mah) "l'anima più nera e vigliacca tra quelle dei peggiori criminali della storia"? poi passa a Putin "piccolo zar volgare capo di uno stato canaglia", prosegue e si dà a patetici commenti sulle presunte vittime di Aleppo, vittime ovviamente di Assad e Putin, poi attacca Obama perché non ha bombardato la Russia, Donald Trump che osa voler "contrattare" con Putin, attacca coloro "devo ancora, a quanto pare chiamare miei concittadini" [vuole bombardare anche loro?] che osano pensare che "Assad sia meglio dell'Isis" e poi si lancia, con un finale in crescendo verdiano, nell'apologia della guerra mondiale "pochissimi di noi hanno il coraggio di invocare che si faccia la guerra alla guerra e che si distruggano i bombardieri". Una specie di dottor Stranamore impazzito che sogna la guerra mondiale. Per una persona normale dovrebbe essere semplicemente un matto da internare in manicomio. Per il Corriere pè un autorevole commentatore cui dedicare due pagine. Mala tempora currunt, sed peiora parantur.

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