(Matt Martini) - Se l'idiota di Piazza San Carlo fosse stato un vero attentatore la domanda è: quante decine di morti avrebbe fatto?
Non dobbiamo chiederci solo dove erano le vie di fuga e perché c'erano i cocci di vetro.
Dobbiamo chiederci dove erano i cecchini che avrebbero potuto abbattere il potenziale attentatore.
Il problema è anche militare, di "controllo del territorio". Ad oggi, con i rischi che corriamo, eventi del genere dovrebbero essere gestiti diversamente, e specie se avvengono i contesti urbani, i cecchini sui tetti sarebbero necessari.
Il problema è che trattiamo il terrorismo come un mero evento di "polizia".
Il realtà il terrorismo è un fenomeno di guerra asimmetrica, conflitto diffuso a bassa tensione, come si dice in gergo.
È erroneo sottovalutarne la natura "militare" e gestirlo come un semplice fenomeno di ordine pubblico, come sarebbe la microcriminalità o una manifestazione turbolenta di centri sociali.
La natura è del tutto diversa e richiede interventi di tipo militare. In caso anche con eliminazioni extragiudiziarie preventive (uso di droni etc).
Purtroppo anche gli altri paesi europei stentano a capirlo.
Il tipo di risposte messe in campo è del tutto inadeguato.