
(Piero Visani) - I simpaticissimi "democrats", quelli che sono talmente laici da passare l'intera loro vita a fare sermoni al prossimo, pure a chi - come me - non va mai a messa, tanto meno alle messe "laiche", sono soliti mettere a tacere qualsiasi tipo di contestazione nei loro riguardi (del resto si ritengono incontestabili a causa dell'"evidente superiorità morale" delle loro simpatiche teorie totalitarie e totalizzanti), ogni volta che si contesta loro qualcosa, poiché la considerano palesemente "lesa maestà", chiedono con insistenza: "non criticate [sottinteso: è troppo democratico e dunque inaccettabile per noi neototalitari...] ma fate parlare le cifre!"
Eccole! Applicando le ricette economiche del Fondo Monetario Internazionale, quelle che "salvano" i Paesi facendo diventare tutti poveri e inducendoli al suicidio (un po' come le ricette della UE, per dire...), l'Argentina dell'attuale presidente Mauricio Macri, l'uomo del "Washington Consensus" che avrebbe dovuto riportare il Paese alla stabilità economica e politica (tombale), in poco meno di quattro anni di mandato (cioè dal dicembre 2015 a oggi) può "vantare" il poco invidiabile record del 35,4% della popolazione sotto la soglia della povertà. Questo dato era al 29% all'inizio del suo incarico...! In Italia, l'universo mediatico titolerebbe di sicuro "grande successo del FMI!! Sconfitto il populismo peronista!!". Spinto dagli USA e da tutto il mondo della finanza, delle banche, nonché da coloro che hanno inventato - con successo, occorre riconoscere! - il "sistema per uccidere i popoli", Macri ha assolto con grande diligenza il suo incarico e, a fine anno, si prevede che i poveri argentini saranno oltre il 40% del totale della popolazione.
Ecco le nude cifre, che parlano da sé, mentre i ricchi e i ricchissimi restano tali, e tutti gli altri proseguono nella loro ininterrotta decrescita infelice.
Chi vivrà, vedrà. E suppongo che per alcuni potrà essere un bel vedere, per altri un po' meno. Come sempre, tuttavia, occorrerà acclarare attentamente i ruoli, perché la politica non è solo merda, è anche sangue.