di Gianni Fraschetti -
Scrissi questo pezzo un paio di mesi fa, poi lo ritirai dal blog, in uno dei miei, sempre piu' rari, momenti di moderazione. Era piaciuto a molti ma alcuni mi avevano rimproverato una furia iconoclasta eccessiva, che non poteva portare a niente di buono ed allora, in attesa di capire meglio, di conferme in un senso o nell'altro, lo ritirai.
Oggi le conferme, e che conferme!, sono arrivate. Tutte negative ed arrivate, per giunta, nella maniera peggiore. Alemanno ha incassato la piu' bruciante sconfitta della nostra storia nel dopoguerra e l'ottimo Sallusti, bonta' sua, sul Giornale ha gia' diagnosticato una prognosi infausta per quell'ala della destra denominata "sociale". Una denominazione che altro non era che un grazioso giro di parole per indicare qualcosa che tutto era fuorche' destra. Ricordo ancora con un brivido di soddisfazione il ringhio che mi fece un Ministro delle attivita' produttive, un neo liberista dei peggiori, mi pare Marzano, ad un convegno della Confindustria. Noi eravamo qualcosa che non si poteva nemmeno nominare, qualcosa di proibito e per poterci nominare e definire, per identificarci, avevamo trovato questa bella etichetta. Destra sociale. Era quasi un ossimoro a pensarci bene, ma rendeva l'idea ed era di facile presa. Parlare quindi di destra sociale non significa solo identificare quanto rimane della correnticchia dell' ex Sindaco di Roma ma un'area umana e politica ben piu' vasta e ramificata e Sallusti prepara quindi, assai frettolosamente, il funerale di qualcosa che non e' bastata una guerra apocalittica a seppellire e sembra singolare ci sia quindi riuscita quella faccia da ebete di Marino. Quindi, me lo consentira', dissento dalle sue fosche previsioni. Sicuramente quanto e' capitato rappresenta il funerale politico di Alemanno e di quanto rimaneva di una certa classe dirigente ma ci andre pianino a fare piazza pulita di tutto, considerando inoltre che Alemanno, gia' da tempo, si era allineato e coperto su ben altre posizioni, distinte e distanti da quella destra sociale che per anni aveva rappresentato la linea del Piave sua e di Storace ed era un po' divenuta il marchio di fabbrica della loro premiata ditta nell'ambito della complessa geografia interna di A.N. Poi si erano separati, Storace aveva mostrato coerenza mentre il buon Gianni si era sempre piu' appiattito sulle posizioni neoliberiste e dichiaratamente antifasciste di Alleanza Nazionale. Era divenuto un clone di Fini. Un clone che, una volta Sindaco di Roma, strizzava gli occhi un po' a tutti coloro che, si illudeva, avrebbero potuto contribuire a mantenere stabile nel tempo la sua poltrona. E dunque era tutto un sovrapporsi di dichiarazioni a dir poco stupefacenti nella loro desolante banalita', da fare concorrenza allo stesso Fini dei giorni peggiori. Quello della liberta'' conculcata e del male assoluto, per intendersi. Gianni nostro riusci' a non essere da meno. A non farsi mancare niente, senza nemmeno la capacita' politica di valutare la triste fine che stava facendo il Leader maximo. Che non pagava il distacco da Berlusconi ma quello dall' Idea. E gli elettori hanno punito anche lui, nella maniera piu' beffarda. Ignorandolo totalmente in questo ridicolo "contest" che si e' svolto tra lui e Marino, un altro personaggio comico, da opera buffa. Sono infatti andati a votare solo il 45% dei romani, una percentuale irrisoria ed irridente, e sicuramente, ad un clima di generale sfiducia verso una classe politica ormai squalificata in toto, si e' aggiunta la scarsa qualita' dei contendenti che si affrontavano nella capitale ed anche le esternazioni, nel corso degli anni, del Sindaco in carica hanno finito con l'avere un peso. Insopportabile.
Con questa fine miserabile Alemanno ha ridotto in cenere una occasione storica che la fortuna gli aveva dato in dote. Quella di dimostrare al mondo intero le capacita' della Destra "sociale"...insomma di quella destra la', quella che non si puo' nominare, al governo di una grande citta'. Di un citta' con tremila anni di storia alle spalle, che ha originato la nostra civilta' ed ha dominato gran parte del mondo conosciuto per oltre mille anni. Insomma un appuntamento con la Storia e sembravano proprio fatti apposta l'uno per l'altro Gianni Alemanno e la citta' di Roma. Invece non e' stato per nulla cosi'. E' stato un fiasco colossale. Roma lo ha ingoiato, masticato e sputato via come la buccia di una fusaglia ( e chi e' romano sa a cosa mi riferisco). Una fine penosa ma sbaglia Sallusti a pensare che con lui un intero mondo finisca. Che quella destra li'...che destra non e', sia ormai definitivamente fuori gioco. No caro sallusti, non e' quel mondo che finisce, fma quella classe dirigente: Fini ed i suoi Colonnelli, che, messi alla prova e posti davanti alle responsabilita' di governo, sono riusciti solo a passare vent'anni a tentare di occupare poltrone con l'unico scopo di perpeturare se stessi. Mentre il "male assoluto", mai definizione fu piu' stupida ed infelice nella sua palese demenza, in quindici anni (cinque furono poi di guerra) riusci' a fare dell'Italia una nazione moderna e socialmente avanzata, questi ciappuzzi vergognosi, in vent'anni di permanenza, quasi ininterrotta, nelle stanze del potere, sono riusciti solo a creare i presupposti ineludibili per essere spazzati via. Dalla loro stessa gente che, ormai appare chiaro, non solo ha piu' alcuna intenzione di votarli ma non li vuole nemmeno sentir nominare.
Qualunque elettore di "quella" destra, qualunque onesto militante che si e' sfondato le suole delle scarpe ciabattando per le strade del suo quartiere, a ridosso dei problemi dei cittadini, guardando la fotografia sotto il titolo, non potra' che avere un mancamento e fare altro che invocare l'aiuto del Padreterno perche' ci liberi definitivamente da questa marmaglia, la vera piaga, la maledizione della destra italiana, il virus Ebola del pensiero umano, in ogni sua forma. Qui sopra e' ritratto lo stato maggiore di A.N. a Fiuggi, dove aveva appena finito di seppellire il corpo ancora vivo e palpitante del MSI. Non era la prima scelleratezza che questa banda di criminali commetteva e non sarebbe stata, per nostra disgrazia, nemmeno l'ultima. Come vedete sono allegri i ragazzi, sanno che la sorte e' stata benevola con loro, che una mareggiata inaspettata li ha sbattuti sulle coste dell'Eldorado e che adesso li attende una scorpacciata da indigestione. Rappresentano di gran lunga la peggior classe politica che potesse capitare a destra. In "quella" particolare destra ed in quel particolare momento storico. Vuoti come canne, privi di spinte ideali e di pensiero coerente, autonomo, alto e stabilmente proiettato in avanti, nel tempo. Attenti solo alle miserie, ad apparire ed al tornaconto materiale, sfacciato ed immediato, fecero dell'effimero e della inconsistenza personale e politica le fondamenta di una azione che non ebbe mai un minimo di nerbo e di sostanza e del potere da "nuovi ricchi", arrogante, volgare e sfacciato, quello da generone romano, tanto per intenderci, la stella polare della loro vita. Trasformarono il partito, un partito che aveva pagato quel momento col sangue di decine di giovani, nel set di un film dei Vanzina, triviale e tragico nella sua desolante comicità , e ridussero A.N., nata gia' focomelica a causa dei reclutamenti indiscriminati di ladroni democristiani e socialisti, ad una latrina maleodorante. Riuscirono a contaminare e stravolgere completamente quel che rimaneva del nostro DNA e resero tragicamente palese a tutti l'atroce verita', quella che sarebbe poi emersa coi Fiorito e le feste in costume, che venne allora, magistralmente anche se involontariamente, anticipata e sintetizzata nella terrificante affermazione di un nuovo potente, dopo il varo del primo governo Berlusconi. "...Aho..io so' il Sottosegretario agli impicci...". Questa infelice battuta, gia' da sola, dava la misura di cosa stava arrivando ed era un chiaro manifesto di intenti. Intenti che divennero immediatamente l'unica linea di condotta assiduamente praticata dagli uomini di AN al Governo. Gli ideali, se mai c'erano stati, si fecero discretamente da parte, sostituiti da una pulsione irresistibile verso la concretezza e verso quelle solide e fruscianti certezze che erano sempre mancate nella vita della maggior parte di loro. Una mutazione genetica inizio' a prendere forma in quei giorni, mentre l'uomo nuovo della nuova destra si preparava a rivelarsi al mondo. Ci hanno regalato vent'anni di inferno, tra strappi ideologici, vaneggiamenti sull' "epoca postideologica", abiure minacciate ed abiure fatte. La notte della ragione e del pensiero. Un vero delirio, che prese sostanza e vigore in un crescendo rossiniano drammatico per la pochezza irrisoria delle idee ed il palese autolesionismo. Vent'anni di dissoluzione, fino al colpo di grancassa finale: le liberta' conculcate ed il male assoluto. Il tutto mantenendo sempre vivo un opprimente senso di colpa per le nostre origini. Delle quali bisognava vergognarsi, sempre. Nacque e si consolido' allora un Califfato (Fini ed i Colonnelli) che si perpetuava per cariocinesi, come i microbi, e si autolegittimava senza mai celebrare un congresso, senza una ipotesi di dibattito ed un filo di democrazia interna, con la politica vera, quella fatta di idee, di programmi, di percorsi, mandata direttamente in discarica e sostituita dal rito inconcludente delle "Assemblee programmatiche" ( memorabile quella della coccinella ), sovrastate dall'immagine vuota ma scintillante del giovane (allora) Leader, dei suoi Colonnelli decerebrati e dei ras locali, tristi e comici imitatori dei gerarchi romani. Un concentrato di rifiuti talmente velenoso e tossico che non ci voleva un genio a capire che la destra non sarebbe sopravvissuta a simili personaggi e ad un simile trattamento. La linea politica, anche su passaggi delicati sotto il profilo etico, era dettata dall'ultima zoccola che era passata tra ben determinate lenzuola, ed ecco cosi' spiegate certe nostre strane uscite su temi che divenivano immediatamente altrettanti nervi scoperti nel nostro ambiente. Il tutto mentre da Bolzano a Pantelleria e da Cagliari a Pescara le correnti interne, vere cosche mafiose dedite solo all'occupazione di spazi ed alla rappresentazione di interessi economici da sfruttare, si affrontavano in zuffe senza fine, regolate poi a Via della Scrofa con "accordi" tra padrini e capibastone. In quelle condizioni fu un miracolo anche navigare intorno al 10 - 12%, che se gli italiani avessero capito cosa realmente era A.N. e quale era il fetore che emanava, avrebbero avuto tale ribrezzo da mettere in qurantena la destra, "quella destra" per sempre. La sua classe dirigente era brava solo a raccontare cazzate e per quasi vent'anni i personaggi della foto non hanno lesinato, ne' si sono risparmiati in tale opera. Storace, bonta' sua, ad un certo punto non ha retto piu' al verminaio e se n'e' andato, sbattendo la porta, a cercare una fine diversa ed onorevole sul campo di battaglia, cosi' come si addice ad un vero Colonnello che ha chiari i concetti di rettitudine ed onore. Non so se cio' gli abbia salvato l'anima ma glielo auguro perche' e' l'unico di quella foto che ha rischiato l' osso del collo per le proprie idee. Che sono poi le idee di tanti di noi. Gli altri soggetti della foto hanno alzato la bocca dal fiero pasto, hanno fatto spallucce senza nemmeno salutarlo e poi hanno continuato ad ingozzarsi, come se nulla fosse, sospesi in quel limbo narcotizzante situato tra l' ignoranza pura e la cronica incapacita' non solo di comprendere la realta' ma perfino di formulare un pensiero finito e coerente. Fini invece gliela giuro', da quel gran galantuomo che era. L'unica ossessione era il potere, da inseguire e perseguire con tutti i mezzi a disposizione. Come disse un pezzo da 90 di AN romana, attuale Senatore del PDL, quel che contava, l'unica cosa che aveva valore, era il fatturato politico, ovvero la "iopizzazione degli intenti" , spiegava poi con un termine da addetti a quel tipo di lavori, chiarendo che per "iopa" intendeva il denaro contante. Il frusciante.
Lo svolgimento della storia successiva e' noto a tutti, fino ad arrivare ad oggi, al suo epilogo. Ad un Fini ridottosi al rango di privato cittadino, di comparsa e non per sua scelta ma per volonta' degli elettori, ad un La Russa che si e' aggrappato spasmodicamente alle gonne di Giorgia Meloni per salvarsi e cosi' facendo finira' inevitabilmente per danneggiare l'unica ipotesi di leader che ci e' rimasta, ad un Alemanno spazzato via dal Campidoglio da un povero cretino di Genova, un bugiardo matricolato che ha avuto partita vinta con una facilita' irrisoria, fanno da penoso contraltare Gasparri ed i quattro gatti rimasti nel PDL , quelli che hanno rinnegato pure la madre per essere ricandidati ma sono stati poi messi in un recinto ed attentamente sorvegliati in attesa di essere passati per le armi. La pattuglia del FLI fa invece tutta la corsa a parte. Erano seconde file scarse gia' dentro AN, Bocchino, Menia, Briguglio, detto "il bradipo" per la stravolgente velocita' di pensiero, parola ed azione e tutti gli altri. Il peggio del peggio che c'era all'interno di un partito che gia' non brillava per la qualita' dei suoi esponenti di punta: i Colonnelli.
Quelli del FLI erano eterni tenentini, divorati da un'ambizione smisurata e sorretta dal nulla, e hanno fatto la fine che meritavano ed onestamente non ne avrebbero potute fare altre. Al termine del percorso che avevano scelto c'era solo la morte politica, per di piu' disonorevole.. Dispiace un po' per Della Vedova che se l'e' cavata, ma e' sintomatico che alla fine l'unico superstite finiano non proveniva nemmeno dal mondo della destra italiana. Era un radicale, e sarebbe carino capire che ci faceva un radicale con noi , ma in tempi di confusione estrema e' successo anche di questo. Gli altri , vivaddio, sono stati tutti trombati ed ora sono a spasso e si imbucano qui e la' per rimediare qualche euro per la sopravvivenza spicciola. Al momento stanno saccheggiando la cassa de Il Secolo d'Italia che e' divenuto la zona franca ove ex di tutte le risme divorano a morsi il contributo pubblico sotto gli occhi smarriti di un impotente ed incolpevole Marcello De Angelis. Insomma facevano schifo e stanno continuando a fare schifo ma se le cose terminassero qui ci potremmo anche stare. Invece pare che si prepari un seguito della telenovela. Nell'area vasta della destra italiana vi e' infatti gran fermento, si parla di una non meglio identificata "cosa" che dovrebbe attrarre ed aggregare tutte le schegge piu' o meno impazzite che si agitano in una galassia da sempre, costituzionalmente turbolenta. Occorre a questo punto ricordare che questa gentaglia, il branco di sciacalli di cui stiamo parlando, ha sulla coscienza la distruzione di almeno due partiti ( MSI ed AN ) e di un ambiente umano che aveva resistito alle fiamme ed al gelo dell'Arco costituzionale e dell'antifascismo militante, quello che sfonda i crani ed uccide per intenderci. Adesso, improvvisamente, hanno drizzato le orecchie ed alzato la coda. Pensano di tornare in affari. Si dice che Gianfranco Fini, meglio noto negli ultimi tempi come il "verme solitario", dopo essere stato, nel corso degli anni, il "caghetta" e "sotto gli occhiali niente", se ne stia per andare in punta di piedi, con un "beau geste", almeno secondo quanto scrive La Stampa. E quale sarebbe il bel gesto finiano ? Uscire di scena, favorendo il ricompattamento di un'area che lui, il "caghetta" (a me piace questo, sono affezionato ai ricordi giovanili) ha distrutto con la fattiva ed entusiatica collaborazione della banda di criminali ritratti con lui nella foto. E come favorirebbe il ricompattamento, secondo il quotidiano degli Agnelli-Elkann? Ma trovando un modo per spartire il patrimonio (ingente) della defunta An. Insomma, gli sciacalli si dividono le spoglie. Fanno il loro lavoro e sicuramente, trattandosi di quella marmaglia, qualcuno avrebbe mai potuto pensare ad una iniziativa sul fronte dei valori, delle idee o magari della politica ? Ma nemmeno a parlarne. Franza o Spagna purche' se magna ed il senso dell'articolo è chiaro: i sopravvissuti del Fli rientrano nell'alveo della costituenda "Cosa di destra" ed in cambio non rompono le palle sulla divisione del bottino di An. Uno scambio culturale ed ideale ad altissimi livelli, come ai vecchi tempi. Davvero incoraggiante per una formazione politica che dovrebbe essere nuova di zecca e nascere su basi molto ma molto diverse rispetto al passato. Anche perche' se cosi' non dovesse essere prevedo un futuro come una scala da pollaio: corto e pieno di merda. Certo, senza soldi non si canta Messa, ne' si fa politica, tantomeno una politica di successo, vincente. Ma diventa veramente difficile da capire come si possa pensare di rimettere insieme i Bocchino e gli Storace. E magari pure Moffa e la Meloni. Dopo che si sono azzuffati, in privato e pubblicamente, su problemini non secondari e dopo che hanno sostenuto tesi contrapposte su temi anche di notevole importanza. Si puo' fare ? Tutto dimenticato nel nome del Dio-eredità ? E cosa ne penseranno i militanti e gli elettori della destra italiana di questa ennesima porcata ? Oppure secondo lorsignori, come sempre, il parere della gente per bene non conta un tubo ? Il voto di Roma porta con se un ammonimento chiaro e quale sarebbe inoltre la linea politica di un simile guazzabuglio ? Lo ius soli propugnato da chi arriverà dal Fli o lo ius sanguinis della Meloni e di Storace ? E badate che l'argomento non e' roba da poco nel nostro mondo. Ma, soprattutto, a chi pensano possa realmente interessare una Cosa di Destra di questo tipo, una patetica riedizione del peggior fallimento mai visto dalla fine della guerra ? Non fosse bastato loro il risultato delle ultime elezioni per capire che gli italiani sono stufi di certe facce di tolla la catastrofe di Roma dovrebbe avere dissipato ogni residuo dubbio. Una operazione del genere non avrebbe radici e non avrebbe alcun senso, ne' spazio politico. Servirebbe solo per tentare di far tornare in sella le solite facce da culo. Quelle che hanno distrutto la destra italiana. Con il loro codazzo di sodali rintanati nei loro pertugi a livello locale. Il vaffanculo sarebbe possente e cosmico e perderemmo anni per riprendere il filo del discorso. O forse a quel punto avrebbe ragione Sallusti e non ci riusciremmo proprio piu'. Dobbiamo ripartire da altro e da altri. Di tutta questa immensa e maleodorante discarica dove giace il sogno di una destra delle idee al governo, si salvano solo Storace per la porta sbattuta e la Meloni che e' troppo giovane per avere troppe colpe. E' soprattutto a quest'ultima che si guarda con un minimo di speranza. La Meloni potrebbe fare il miracolo, ne ha sicuramente le capacita' che ha lasciato intravedere in piu' di una occasione. Per dirla alla Matrix potrebbe essere lei il Nio della situazione, la prescelta. In attesa di scoprirlo dobbiamo pero' levarci di torno i morti viventi, sara' dunque bene che quella banda di degenerati sappia che in molti ostacoleremo in ogni modo il nascere dell' aborto che hanno in testa. I Non si puo' permettere che facciano ancora danni che distruggano un'altra volta il sogno per il quale tanti ragazzi, tanti camerati e lo dico con l' orgoglio di chi non ha mai fatto abiure, hanno dato la vita. Che si dedichino alla cucina d'autore, ai vini o al giardinaggio Magari alle bocce che fa tanto pensionati. Sara' molto meglio, glielo garantisco.