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sinsitra.jpgPubblichiamo questo articolo di Sergio di Cori Modigliani, non perche' Informare abbia avuto la sua conversione ma per dimostrare che anche a sinistra, da quella rosa, piu' sfumata, a quella rosso fuoco, la preoccupazione per come vanno le cose e' tanta. Siamo sull' orlo del baratro e riteniamo che, oltre le differenze, l' imperativo sia uno solo: salvare il nostro popolo e noi stessi. 

Gianni Fraschetti

 

 

di Sergio di Cori Modigliani

 

Mentre Alfano, Bersani e Casini tramano con la nuova legge elettorale, c'è chi si organizza e lancia il Quarto Polo. 

Vi ricordate il titolo de Il Sole 24 ore di qualche mese fa, che a caratteri cubitali, tuonava un suo appello allarmante: “fate presto”? 
Con il senno di poi, comprendiamo oggi il Senso di quella richiesta, appello, ordine, ricatto, minaccia, preghiera; attribuitegli il significato che volete. 
La realtà (comprendiamo oggi) era che i nodi stavano venendo al pettine e il baratro si presentava davanti, ineluttabile quanto impietoso. 
Intendiamoci, non il “baratro” di cui parla Monti e Pierluigi Bersani. 
Il “loro” baratro. Che, in realtà, è un “baratro privato”. 
Erano le loro banche che andavano in default, erano le loro finanziarie che stavano per fallire, era il fiato dei magistrati e dei finanzieri che bussavano alle loro porte, erano le aziende decotte e spolpate dalla classe politica corrotta che stavano saltando. Si capiva annusando l’aria che Berlusconi & co. sarebbero stato spazzato via, di lì a giorni, con un capitombolo che avrebbe inevitabilmente dato la stura a Tangentopoli 2. Trascinandosi appresso i compagni di cordata e di bagordi economici, destra o sinistra che fossero. 
La sinistra cosiddetta democratica lanciava editti allarmistici del tipo “c’è il pericolo di una deriva di estrema destra”. Faceva da pendant la cosiddetta destra democratica che spaventava i propri polli spiegando che “caduto Berlusconi arrivano i comunisti e l’estrema sinistra”. Da cui, l’idea del governo tecnico, ecc. 
Quattro mesi dopo, la situazione economica è precipitata. Questa è la realtà oggettiva. 
Per quanto suoni paradossale e tragicamente ridicolo, non si può, oggi, non sottoscrivere l’estemporanea uscita di Nichi Vendola (anche lui da sempre un convinto anti-Berlusconi) che ieri sera dichiarava “Fermate Monti. Questo governo è molto ma molto peggio di quello di Berlusconi”. Il che è vero. 
In quattro mesi il governo è riuscito a portare il disavanzo pubblico da 1.894 miliardi di euro a 1.945, nel nome di “sto qui per abbattere il disavanzo pubblico”. 
E’ riuscito a portare il debito sul pil da circa 115 a 130 con una impennata che non si vedeva nell’economia del paese dal 1993. Il tutto nel nome “abbatteremo la percentuale di debito sul pil e già nei primissimi mesi del 2012 lo vedremo calare verso i 100”. 
E’ riuscito a portare le dieci prime grandi banche italiane sull’orlo del fallimento. Il tutto nel nome di “abbiamo salvato le banche, abbiamo assicurato la finanza italiana, il nostro sistema bancario è il più solido d’occidente”. E’ considerato il più traballante, quello maggiormente a rischio e il più inquinato d’occidente, di gran lunga (ma davvero di gran lunga) peggiorato rispetto all’ottobre del 2011. 
Il governo non ha ottenuto nessun risultato. 
E’ fallito quasi in tutti i campi: economico, finanziario, sindacale, culturale, esistenziale. Ha fatto centro soltanto in un campo: quello del definitivo e totale asservimento della truppa mediatica italiota, ormai completamente arresa al nuovo sistema dittatoriale sostenuto soprattutto di burocrati del PD e del PDL in chiara e inequivocabile combutta. 
Il giornalista Francesco Maria Toscano, sul suo blog “Il Moralista”, notava giustamente oggi la deriva spaventosa che l’asservimento bècero della stampa sta raggiungendo in questi giorni. Ad un livello che nemmeno nel 1932 sotto Mussolini si era visto. 
Ecco qui di seguito un breve estratto del suo pezzo a commento dell’uscita di Pier Luigi Battista sul corriere della sera, ormai senza pudore, nel presentare al lettore l’attuale governo come “un’autentica dittatura” ma allo stesso tempo spiegando perché va sostenuto: è la tesi di Bersani, di Veltroni, ecc. 
Nemmeno per scherzo bisognerebbe inneggiare a qualsivoglia tipo di dittatura. Probabilmente non la pensa così Pierluigi Battista che nel supplemento “Sette”, numero 12, del Corriere della Sera, titola un suo pezzo “Viva la dittatura tecnica”. Sottotitolo: “Speriamo che ci salvi dal ritorno dei politici, dalle ‘narrazioni’ sconclusionate di Vendola, dalle manette verbali di Di Pietro”. Il sentimento dell’antipolitica di Battista si scaglia contro un politico come Vendola che non siede nemmeno in Parlamento e contro l’ex PM di Mani Pulite reo di non sostenere il governo Monti. Battista, in spregio della democrazia e della Costituzione, sostiene: “Dicono e auspicano che nel 2013 possa ritornare la ‘politica’. Speriamo di no. Speriamo in un congruo prolungamento della dittatura tecnica”. Poco dopo prosegue: “che i tecnici, dopo aver salvato l’Italia dalla bancarotta (?, ndr) e dal mal di spread, ci salvino pure dall’invadenza della politica. E’ una supplica”. Battista, chiude il suo articolo con un patetico invito all’armi: “Tecnici salvateci voi. Armatevi di spread e colpite duro. Tutto ma non il ritorno degli zombie. Non ce lo meritiamo più”. 
Anche la Repubblica che ieri sera aveva avuto un sussulto di decoro civile nella sua edizione on-line, oggi invece, spiega (in linea con tutti gli altri) perché e come vada sostenuto questo governo il cui fine dichiarato consiste nel destrutturare l’industria italiana, colpire il lavoro sia come occupazione che come investimento imprenditoriale e approfittare del fatto che gestisce l’esecutivo per far trasferire i miliardi dalla BCE ai consigli di amministrazione di banche decotte, nessuna delle quali è gestita da esperti banchieri di professione oppure economisti esperti in finanza, bensì sono tutte (nessuna esclusa) amministrate da funzionari provenienti dal PD dal PDL dall’Udc e dalla Lega Nord, molti di loro con un modesto diploma di ragioneria; in circa 250 banche della Lombardia e del Veneto addirittura con un modestissimo diploma di scuola media e curriculum vitae piatti e inesistenti: insieme controllano il 97% del sistema bancario italiano. E’ l’unico caso in occidente in cui le banche sono gestite e amministrate direttamente dai partiti. 
Monti deve coprire circa 600 miliardi di euro, e lo farà aumentando la spesa pubblica (fingendo di volerla combattere) perché la tasse servono a coprire i disavanzi di banche il cui fine non è fare affari, bensì essere un anello di una gigantesca cinghia di trasmissione che serve a mantenere qualche milione di persone in Italia: i vari sostenitori dei partiti che reggono le banche. 
Non abbiamo molto tempo. 
E c’è chi si sta muovendo avendo capito che partiti come il PD sono ormai irrecuperabili alla passione civile, al decoro, alla democrazia perché sostengono l’applicazione delle catastrofiche e malsane ricette neo-liberiste. Mi dispiace per le innumerevoli persone per bene che ci lavorano dentro, ma la Storia impone l’assunzione di responsabilità, e devono avere il coraggio adulto di compiere delle scelte, compreso il blando e ambiguo Stefano Fassina che insiste nel giocare su due tavoli: manifestare in pubblico (purchè in camera caritatis) il proprio dissenso, ma poi in direzione e alla camera vota a favore. Si vede che ha lavorato per anni al Fondo Monetario Internazionale. Troppo facile. E’ come andare al casinò e puntare la stessa cifra sul rosso e sul nero: si finisce inevitabilmente sempre pari, anche se ci si sta centomila anni. Ma allora è inutile giocare se l’obiettivo è lo stallo. Evidentemente hanno un loro guadagno che noi non vediamo, altrimenti è una posizione incomprensibile, indifendibile, indiscutibile. 
Ma c’è chi, invece, la pensa diversamente. 
E parlo qui di persone di eccelso e riconosciuto calibro, come l’economista Piero Bevilacqua, l’economista Guido Viale, lo storico contemporaneo Paul Ginsborg, il giurista Stefano Rodotà, credo –tra tutti i vecchi naviganti di lungo corso- in assoluto la persona migliore ancora attiva politicamente in Italia: una carriera senza sbavature.
Insieme ad altre centinaia di persone pensanti, (molti dei quali eccellenti persone oneste fuggite a gambe levate dal PD negli ultimi mesi) hanno capito che non c’è più tempo e hanno lanciato pubblicamente tre giorni fa il manifesto programmatico per la costruzione del cosiddetto “quarto polo” alternativo, denunciando il piano politico neo-liberista che ormai –lo capisce anche un bambino- ha come dichiarato obiettivo quello di affossare la nazione per sempre. Se passa la linea Monti, l’Italia non si riprenderà mai più. 
L’hanno capito tutti, ormai. 
Qui di seguito riporto in copia e incolla l’intera proposta, comprese le firme dei relatori e dei primi aderenti. Consiglio a tutti di leggere con attenzione il testo. Vale la pena. Se volete aderire e partecipare attivamente con un vostro scritto, andate a http://www.soggettopoliticonuovo.it/ e lì trovate tutte le informazioni di cui avete bisogno. 
Ha un linguaggio diverso dai consueti pomposi toni di membri della truppa mediatica mascherati da oppositori. Merita un’attenta attenzione. 
E’ piuttosto lungo. Prendetevi il tempo necessario e poi, se vi va, esprimete la vostra opinione al riguardo. 
Le cose peggiorano ogni giorno. E’ tempo di rimboccarsi le maniche e passare dalla protesta alla proposta, dal dire al fare, dalla divisione alla condivisione. 
Ha fatto bene Toscano a commentare il pezzo di Battista: è la dimostrazione della violenza mediatica attraverso la quale intendono colpire. Bisogna, quindi, cominciare a re

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