di Gianni Fraschetti -
Il Senatore Giovanni Pellegrino e' uno che se ne intende di bombe, stragi e dintorni. Senatore dei DS dal 1990 al 2001 e' stato a lungo Presidente della Commissione Bicamerale stragi.
Bene, Pellegrino, qualche giorno fa, ha rilasciato una intervista alla Nazione nella quale ha dichiarato "apertis verbis", cosa rara per un politico, di credere poco, anzi per niente, alla matrice mafiosa dietro l' attentato di Brindisi e di ritenere che dietro quella bomba vi siano Servizi di intelligence ostili, che hanno mascherato dietro un finto carattere artigianale e dilettantesco dell' ordigno una sottile strategia di intimidazione. Giu' in fondo troverete il link che vi permettera' di leggere tutta intera l' intervista di Pellegrino, quello che preme sottolineare in questo momento e' che l' esponente politico riprende pari, pari, la teoria di informare over-blog pubblicata giorni orsono e che ripubblichiamo a seguire. Quella bomba ha una matrice ed una provenienza ben chiare ma non si puo' dire, esattamente come avvenne per il DC9 abbattuto ad Ustica. Tutti ormai sappiamo chi fu e cosa avvenne ma ufficialmente brancoliamo ancora in alto mare.
di Gianni Fraschetti -
Un giornalista investigativo statunitense, Webster Griffin Tarpley, dopo l’attentato a Oslo, ha sostenuto pubblicamente che l’atto terroristico fosse un “false flag”. Se digitate su un qualsiasi motore di ricerca “Simas Tarpley” –“pagine in italiano” – potete trovare una serie di documenti che esprimono i sospetti di Tarpley. Secondo le investigazioni di quest’ultimo (ed è un giornalista estremamente affidabile e concreto, potete seguirlo in lingua madre sul sito di Alex Jones, infowars) riproduco testuali parole “ Ai primi del novembre 2010, il canale televisivo TV2 di Oslo aveva portato alla scoperta dell’esistenza di una vasta rete di informatori segreti e di risorse pagate dagli statunitensi, reclutati tra le fila di poliziotti in pensione ed altri funzionari. L’obiettivo apparente di questo programma era la sorveglianza dei norvegesi che stavano prendendo parte a manifestazioni e altre attività, critiche verso gli Stati Uniti e le loro politiche. Uno dei norvegesi reclutati, era l’ex capo della sezione anti-terrorismo della polizia di Oslo”.
Il nome ufficiale del tipo di cellula di spionaggio che gli Stati Uniti stavano creando in Norvegia, è Surveillance Detection Unit (SDU). Le SDU, a loro volta, operano nel quadro del Security Incident Management Analysis System (SIMAS). SIMAS è nota per essere utilizzata per spiare e sorvegliare, per conto dell’ambasciata degli Stati Uniti, non solo nel blocco scandinavo di Norvegia, Danimarca e Svezia, ma in tutto il mondo. Gli eventi terroristici sollevano anche la questione se SIMAS abbia una dimensione operativa. Potrebbe questo apparato rappresentare una versione moderna delle reti stay behind istituite durante la guerra fredda in tutti i paesi della NATO, e meglio conosciute con il nome della filiale italiana, Gladio.
Vi sono state e vi sono ancora anche altre strutture similari a Gladio ed ancora piu' segrete, mi riferisco ad Anello ed Ossi, gli uomini di quest' ultima disponevano anche della bondiana "licenza di uccidere". Che fine hanno fatto ? Sono ancora operative ?
Diciamolo subito per sgombrare il campo. Trovo del tutto normale che l' Italia possa disporre come dispone di Agenzie di sicurezza che operano fuori dagli schemi delle normali forze di polizia. Le sfide sullo scacchiere mondiale sono talmente tante che sarebbe assurdo solo l' ipotizzare di poterle affrontare con le Volanti, le Gazzelle ed il Sostituto Procuratore di turno. E' aberrante non quel che i Servizi segreti fanno ma che li si intercetti e èpoi si sbatta tutto in prima pagina.
Questo in teoria.
In pratica i nostri Servizi segreti, attraverso la miriade di nomi e sigle nella quale sono transitati, vuoi per confondere le acque, vuoi per sopraggiunta lottizzazione, vuoi per sottrarsi alla lottizzazione, una costante l' hanno sempre mantenuta: nella guerra che da decenni imperversa in Italia per il controllo del sistema petrolifero ed energetico, non sono mai stati dall' unica parte dalla quale dovevano stare. Quella del popolo italiano. Divisi in atlantici e filo arabi di tutti hanno fatto gli interessi meno che di coloro dei quali dovevano istituzionalmente proteggere la sicurezza e le prospettive di futuro.
Gli italiani.
Il tutto mentre il nostro paese diveniva un campo di battaglia ( ricordate ? ) dove tutti venivano a regolarsi i loro conti. Ma questa e' storia, una storia che ci dice pero' a chiare lettere che noi siamo di fatto indifesi. Dai nostri nemici ? Assolutamente no, anche perche', se si eccettuano i nostri supposti alleati, l' Italia non ha grandi nemici nel mondo, Dunque dobbiamo guardare molto vicino per capire. Dobbiamo ricordare gli appetiti formidabili degli angloamericani, i nostri liberatori....., nei confronti del nostro apparato industriale e soprattutto dobbiamo ricordare che MAI nella storia del dopoguerra ci e' stata consentita la vera indipendenza. Quella energetica, dalla quale dipendono tutte le altre. Eh gia'...inutile blaterare di democrazia, di liberta' , di diritti civili e compagnia cantante se poi basta chiuderci un rubinetto per rispedirci nell' eta' della pietra ed immediati dintorni. Non abbiamo creato noi la civilta' degli idrocarburi ma ci stiamo dentro fino al collo, anche per la nostra posizione geografica e vediamo di non dimenticarlo mai.
Se qualcuno avesse dei dubbi a tale proposito lo invito caldamente ad andarsi a studiare, nemmeno troppo a fondo ( le cose ormai sono a galla quasi tutte ) la vicenda di Enrico Mattei, un uomo che amo' veramente l' Italia, che aveva capito per quale strada passava la nostra vera liberta' e per questo venne assassinato. Da allora coloro che ci governano hanno ben compreso la lezione ed infatti il cappio al collo che abbiamo si stringe ogni giorno di piu', con buona pace delle associazioni di consumatori che a volte sembrano Alice nel paese delle meraviglie. Si stupiscono di cosa ?
E qui veniamo al dunque di questo lungo discorso che potrebbe apparire sconclusionato. Vi sono due gasdotti, uno completato e l' altro in avanzata fase di progettazione. Il North Stream ed il South Stream.
Il risultato finale di questi gasdotti sara' una maggiore influenza politica ed economica russa sull’Europa e, contemporaneamente, un drammatico indebolimento dei tentativi di assicurare al vecchio continente la sua sicurezza energetica secondo la dottrina angloamericana – leggi: minore dipendenza dal gas russo. Infine, inserendo nel progetto due Paesi quali Germania e Italia, la Russia si è anche assicurata contro la possibilità che l’Europa penda eccessivamente verso Washington o che, comunque, possa intraprendere qualsiasi iniziativa politica, economica o militare lesiva degli interessi strategici russi.
"...Infatti, la combinazione South Stream all’Italia e North Stream alla Germania è un capolavoro geopolitico. Integra negli interessi e nei progetti russi due Paesi centrali del progetto europeo e, così, elimina di fatto non solo la possibilità di una vera politica energetica europa ( parliamo di questa Europa, della UE, BCE che tanto ci amano ......), ma anche le potenziali aspirazioni negoziali vis-à-vis la Russia.
Italia e Germania, dal canto loro, possono essere difficilmente biasimate. Entrambi i Paesi hanno massimizzato i loro interessi senza assorbire dei costi eccessivi. L’Italia, infatti, si è assicurata il rifornimeto di gas, ha permesso all’ENI di incrementare significativament ei propri profitti, e contemporaneamente i legami con la Russia saranno più stretti e migliori. Senza contare, poi, che così facendo l’Italia diversifica ulteriormente i propri rifornimenti. Sono in corso il progetto per il gas liquefatto a Venezia, la partneship con la Libia per petrolio e gas, e con l’Algeria per il gas.
Ovviamente, per la Russia questa è una straordinaria vittoria politica. Già lo scorso anno, proprio per la loro dipendenza dal gas russo, Italia e Germania si rifiutarono di sollevare qualsiasi critica contro Mosca in seguito alla guerra con la Georgia, e si sono nuovamente opposti in maniera ferma all’ingresso di Tsibili nella NATO. E’ prevedibile che in futuro, i due Paesi vengano a dipendere sempre più sulla Russia per le loro scelte relative all’Europa orientale. Non è impensabile che dei due, l’Italia diventi il Paese più affidabile per Mosca....."
Cosi' uno dei Top manager italiani dell' energia definiva le prospettive che si aprivano con i due gasdotti. Una prospettiva che toglieva letteralmente il sonno agli angloamericani, ai francesi ed a parecchi nei palazzi della UE e della BCE che non e' poi cosi' germanizzata come si vorrebbe far passare, si parla molto inglese da quelle parti..........Abbiamo visto il rapporto con Mosca come sia poi finito, con l' eliminazione non ancora fisica di Berlusconi ma poco c'e' mancato, quanto alla partnership con la Libia, e' stata seppellita sotto un diluvio di bombe e missili NATO al quale ci siamo concretamente associati nel piu' grave atto di autolesionismo mai compiuto da una Nazione formalmente sovrana nella storia del mondo moderno e se ricordate bene la Germania non partecipo' al massacro libico. In nessun modo e forse fu proprio in quel momento che la Merkel comprese che Berlusconi era finito e che, come al solito, non si poteva fare affidamento sugli italiani per portare in porto alcun progetto comune. E' li' che siamo stati scaricati, quando abbiamo deciso scelleratamente di stare con gli angloamericani e con quel nano psicopatico di Sarkozy che stava cercando solo di sostituirsi a noi in Libia. Sistemata a dovere la questione libica e trucidato Gheddafi, tanto per stare tranquilli restava il problema dei due gasdotti. Il North Stream e' gia' in funzione ma bisognava impedire che fosse collegato con i paesi scandinavi, quanto al South Stream, nonostante Monti "..... L’Italia è troppo coinvolta nel South Stream pipeline [progetto sviluppato da Eni e Gazprom per la costruzione di un gasdotto che connetterà Russia ed Europa eliminando ogni Paese extra-UE nel suo tragitto], troppo indipendente da tanti punti di vista.....". Fantapolitica? Direi proprio di no vista la fonte (Wall Street Journal). Il capoverso non si presta a grandi interpretazioni....Troppo indipendente...una espressione che gia' preannuncia quello che potrebbe avvenire. A questo punto entriamo nel campo delle congetture ma certo viene anche abbastanza logico pensare che tutto quel popo' di apparato descritto ad inizio articolo non ci mettesse poi molto ad organizzare due festicciole, una nel Nord Europa utilizzando Behring Breivik che, sara' un caso, aveva fatto un periodo di incubazione proprio a Londra ed assomiglia tanto a Mohamed Merah, quello di Tolosa, ed una qui a Sud, dove secondo una vecchia e consolidata tradizione italiana i colpevoli non vengono mai trovati. Ecco dunque spiegati il perche'di Brindisi, dove dovrebbe sbucare il South Stream, e questa strana bomba sulla quale si sono state avanzate le piu' disparate congetture e che altro non era che un avvertimento in codice, pieno di simbolismi abbastanza difficili da decifrare per tutti meno che da coloro che dovevano comprenderli. Insieme all' esplosivo infatti era stata collocata vicino alla scuola ( le future vittime innocenti ? ) una bombola di gas vuota ( il gasdotto ? ), con un po' di morchie dentro che sono fisiologiche ed hanno provocato le ustioni ed un po' di nerofumo sul muretto, il cui significato era chiaro. Provateci a fare il South Stream...ci dovete solo provare.
Intervista della Nazione al Senatore Pellegrino:
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=1F4WGD
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