I politici sono i camerieri dei banchieri e noi paghiamo il conto. Come previsto, le commissioni bancarie cancellate via emendamento dal decreto liberalizzazioni, sono tornate. Un business che per le banche valeva centinaia di milioni di euro. Il Consiglio dei ministri, sempre molto sensibile alle problematiche di queste “tartassate entità economiche”, nella riunione del 23 marzo scorso, con la complicità dei partiti di plastica che con animo servile appoggiano l’esecutivo del boiardo Monti, ha approvato l’ennesimo decreto salva-banche, il decreto legge che modifica la norma sulle commissioni bancarie, correggendo un precedente emendamento che rendeva nulle tutte le commissioni bancarie sugli affidamenti. Tale norma, contenuta nel defunto articolo 27-bis, aveva scatenato la protesta dei banksters dell’Abi che con le lacrime agli occhi avevano annunciato, senza vergogna, le loro dimissioni. L’ira delle banche verso l’emendamento governativo approvato era stato considerato estremamente punitivo per gli istituti di credito, la conseguenza evidente di un atteggiamento ostile e pregiudizievole nei confronti del settore bancario. Il governo dei banchieri, senza nascondere il proprio dolore, ha ripristinato le commissioni bancarie, con il solo vincolo di trasparenza (un monitoraggio tanto goffo quanto grottesco) per gli istituti di credito protetti dalla mancata vigilanza di Bankitalia SpA, stringendo ancora di più il cappio al collo alle famiglie e alle imprese già strozzate dal mancato accesso al credito e da costi di gestione dei conti correnti tra i più alti d’Europa. Il monitoraggio sarà esercitato da un Osservatorio al quale parteciperanno la Banca d’Italia e il ministero dello Sviluppo guidato daCorrado Passera, che di banche se ne intende. Altresì, con una nota l’Abi ha espresso «soddisfazione e apprezzamento» per l’intervento del governo «che risolve i rilevanti problemi» sollevati dall’emendamento cancellato. La porcilaia politica di questo Stato vampiro, rappresentata indegnamente da servi genuflessi alle cosche finanziarie della Grande usura e alla Grande fabbrica del debito, che hanno svenduto la Sovranità dell’Italia, con i loro servigi hanno consentito ai banchieri di sovrastare i cittadini a loro esclusivo vantaggio. Il decreto legge sulle liberalizzazioni (clicca qui) è legge dello Stato, passato definitivamente alla Camera, il 22 marzo scorso, con 365 voti favorevoli, 61 contrari e 6 astenuti, nonostante la mancanza di ben 5 (cinque) norme prive della necessaria copertura finanziaria. L’ennesima truffa a danno del Popolo italiano e legalizzata con la supina genuflessione dei politici alla 12ª fiducia votata ai professori banchieri. Il Quirinale ha promulgato il decreto sulle liberalizzazioni per la soddisfazione del grande capoGiorgio Napolitano, che in un’intervista tv ha parlato (finalmente) della fine del suo settennato: «È necessario passare la mano. È necessario che si facciano avanti altri per la carica di presidente della Repubblica». Mancava soltanto che esclamasse “Augh!” e la caricatura di Toro Seduto era completa.