di Gianni Fraschetti -
E’ un copione spiegazzato, da filmaccio di infima categoria un polpettone all' italiana dei piu' beceri.
La Guida impostaci dal potere finanziario, Mario Monti, dichiara da Tokio di aver “...fiducia nella capacità di comprensione degli italiana e nella bontà della strada nuova imposta alla Nazione....".
Il suo mentore e grande elettore, l’uomo che ha tramato, brigato e trafficato per metterlo li', l' inquilino del Quirinale, raddoppia e si dice per l’ennesima volta “....fiducioso sul fatto che la riforma del lavoro passerà, anche perché l’esempio delle pensioni lo lascia ben sperare.....” . Spera lui, la vecchia cariatide che sta cosi' ben concludendo la sua vita, su una ripetizione tranquilla della genuflessione degli italiani ai diktat della grande finanza e dell’Europa delle banche e dell' usura.
Comunque, per non saper leggere, ne' scrivere, da Palazzo continuano ad emettere un denso fumo per nascondere l' attivita' dei manovratori e deviare l’attenzione sulla terapia lacrime e sangue, Grecia docet, imposta agli italiani per non creare problemi alle banche d’affari internazionali.
Lo ripetiamo. Per non creare problemi alle banche di affari internazionali: quelle, cioè, che lucrano sui debiti degli Stati moltiplicando interessi e usura, spremendoli fino a ridurre i popoli alla fame.
E' arrivata in ogni caso l' ora di dire apertamente una solare e semplive verita'. I privati cittadini possono suicidarsi in massa, il tessuto connettivo economico puo' sfaldarsi, le aziende possono fallire come mosche ma le Nazioni non falliscono, non falliscono mai, per il semplice fatto che non possono fallire. Non esiste nessuna legge umana in grado di far fallire una comunità nazionale. E chi lo dichiarerebbe questo fallimento, i fantomatici mercati con i quali ci stanno triturando le palle ormai da un ventennio ? Ma non diciamo stupidaggini.... Il fallimento e' una astrazione, un parto dell' immaginazione, una iperbole che viene utilizzata dai governanti nei nostri confronti come noi utilizziamo l' uomo nero per far dormire i bambini e purtroppo, ormai, ci beviamo qualsiasi insulsa stupidaggine ci proprinano, compreso il fallimento di una Nazione.
Già ma il popolo argentino ha combattuto duramente per questo, non ha ottenuto nulla gratis. E’ sceso per settimane, per mesi, in piazza pagando un pesante tributo di sangue ma alla fine ha vinto ed ha cacciato via a calci nel culo ladri e profittatori.
Ha occupato le fabbriche chiuse e le ha rimesse in moto, si è ripreso la sua moneta nazionale, il peso ed ha stracciato la parità con il dollaro.
Ha scelto due presidenti che hanno guidato la nazione fuori dalla palude dell’usura. Due persone per bene, marito e moglie, superstiti di quella gioventu' giustizialista ( ni yanqui ni marxista, mi Patria peronista...ricordate ? ) decimata dai militari al servizio degli americani.
E il popolo italiano? Che facciamo noi ?
Qualcuno ha impugnato i forconi e poi e' sparito, altri hanno fermato i trattori poi si sono dileguati ed alcuni, i piu' fragili, si sono dati alle fiamme di fronte a Equitalia e ad uno Stato che non paga i suoi debiti ma pretende subito la più alta tassazione dei redditi, anche quelli non ancora incassati.
Tutti gli altri, purtroppo, fanno finta di nulla e guardano al piccolo orto personale, al particolare ed alle elezioni che verranno, a ritagliarsi magari un piccolo spazio al troguolo che non ha mai chiuso i battenti. Oppure, come la Camusso e la spenta “troika” sindacale, tanto per far vedere che esistono, decidono uno scioperetto a scoppio ritardato, per il 13 aprile, quando verosimilmente la riforma-stangata sarà legge. Andando avanti cosi' quel certificato di morte non ce lo leva nessuno