DI MONICA CAPO
Se si smettesse, per un attimo, di parlare di Berlusconi, si potrebbe magari riflettere sul fatto che l’Abi (Associazione bancaria italiana) ha disdettato unilateralmente il contratto nazionale dei bancari ma i compensi di presidenti, direttori e amministratori delegati di Unicredit, Intesa San Paolo, MPS, etc. sono rimasti altissimi. E sono rimasti altissimi nonostante ci si sia trovati, in molti casi, di fronte a risultati di bilancio in deficit e a casi di malafinanza, come appare chiarissimo alla luce della vicenda MPS; e nonostante le banche abbiano chiuso i rubinetti del credito impedendo così di rilanciare investimenti e occupazione.
Ma certo, è più normale passare ai licenziamenti dei bancari perché per l’Abi non ci sono maxi stipendi dei top manager né casi di malafinanza ma è più facile dire che “il costo del lavoro nelle banche è ben al di sopra degli altri settori nazionali e della media europea”.
Se si smettesse, per un attimo, di parlare di Berlusconi, si potrebbe magari riflettere sul fatto che 200 militari in più in Val di Susa rappresentano un’occupazione militare e che “la val di Susa non è l’Afghanistan” ma alla grande opera non si può rinunciare mentre il realismo dei francesi taglia l’Alta Velocità.
Se si smettesse, per un attimo, di parlare di Berlusconi, si potrebbe magari riflettere sul fatto che il deputato regionale Pd Cracolici si dimette da presidente della commissione che dovrebbe applicare la spending review di Monti perché “i colleghi puntano sempre al rinvio” e che è stato impossibile finora far passare un piccolo taglio da 2mila euro al mese, perché undicimilacento euro lordi, per dodici mesi, per cinque anni di legislatura, sono troppo pochi, almeno per i deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Se si smettesse, per un attimo, di parlare di Berlusconi, si potrebbe magari riflettere sul fatto che il fatturato dell’industria, a luglio, torna in calo su base mensile, scendendo dello 0,8%, come rileva l’Istat e, che nel confronto annuo viene toccata la diciannovesima contrazione consecutiva, con un -3,6%.
Se si smettesse, per un attimo, di parlare di Berlusconi, si potrebbe magari riflettere sul fatto che l’Italia sfora il deficit ed è oltre il 3% ma Letta dice che la colpa è dell’instabilità politica ma la Commissione europea ci avvisa che “dovranno essere decise delle misure per rispettare gli impegni”.
Se si smettesse, per un attimo, di parlare di Berlusconi, magari ci si ricorderebbe che sta per aumentare pure l’Iva.
Se si smettesse, per un attimo, di parlare di Berlusconi, si capirebbe che il paese è davvero in ginocchio e che occorrerebbero subito misure per rilanciare impresa e lavoro.
Se si smettesse, per un attimo, di parlare di Berlusconi.