A questo punto, è inevitabile porsi la domanda: è possibile che non solo la guerra annichilatrice scatenata dalle potenze anglo-americane contro la Germania, ma la storica satanizzazione del Reich, la sua permanente damnatio memoriae, abbiano avuto come motivazione reale e occulta proprio i successi economici ottenuti da Hitler contro il sistema finanziario internazionale? E' la domanda più censurata della storia. E' la domanda-tabù. Non oseremmo porla qui, se non l'avesse adombrata un avversario militare del Terzo Reich: J.F.C. Fuller, generale britannico. Fuller, scomparso nel 1966, geniale innovatore della guerra corazzata, è considerato il Clausewitz inglese. Ha combattuto la Germania nella prima e nella seconda guerra mondiale. Avversario, ma leale. In un cruciale capitolo della sua opera principale, "Storia militare del mondo occidentale" (1), Fuller delineò brevemente le ragioni dell'energica rinascita economica della Germania sotto il Terzo Reich. Con limpida chiarezza. Fuller attribuisce ad Hitler il seguente pensiero: "La comunità delle nazioni non vive del fittizio valore della moneta, ma di produzione di merci reali, la quale conferisce valore alla moneta. E' questa produzione ad essere la vera copertura della valuta nazionale, non una banca o una cassaforte piena d'oro"- Egli [Hitler] decise dunque 1) di rifiutare prestiti esteri gravati da interessi, e di basare la moneta tedesca sulla produzione invece che sulle riserve auree. 2) Di procurarsi le merci da importare attraverso scambio diretto di beni -- baratto -- e di sostenere le esportazioni quando necessario. 3) di porre termine a quello che era chiamato "libertà dei cambi", ossia la licenza di speculare sulle [fluttuazioni delle] monete e di trasferire i capitali privati da un paese all'altro secondo la situazione politica. 4) Di creare moneta quando manodopera e materie prime erano disponibili per il lavoro, anziché indebitarsi prendendola a prestito". Fuller pare aver compreso perfettamente la frode fondamentale, il meccanismo per cui la finanzia estrae il suo tributo perpetuo dal lavoro umano. Infatti scrive: "Hitler era convinto che, finché durava il sistema monetario internazionale [...], una nazione, accaparrando l'oro, poteva imporre la propria volontà alle nazioni cui l'oro mancava. Bastava prosciugare le loro riserve di scambio, per costringerle ad accettare prestiti ad interesse, sì da distribuire la loro ricchezza e la loro produzione ai prestatori". E aggiunge: "La prosperità della finanza internazionale dipende dall'emissione di prestiti ad interesse a nazioni in difficoltà economica; l'economia di Hitler significava la sua rovina. Se gli fosse stato permesso di completarla con successo, altre nazioni avrebbero certo seguito il suo esempio, e sarebbe venuto un momento in cui tutti gli stati senza riserve auree si sarebbero scambiati beni contro beni; così che non solo la richiesta di prestiti sarebbe cessate e l'oro avrebbe perso valore, ma i prestatori finanziari avrebbero dovuto chiudere bottega. "Questa pistola finanziaria era puntata alla tempia, in modo particolare, degli Stati Uniti, i quali detenevano il grosso delle riserve d'oro mondiali, e perché il loro sistema di produzione di massa richiedeva l'esportazione del dieci per cento circa dei loro prodotti per evitare la disoccupazione. Inoltre, poiché i metodi brutali usati da Hitler contro gli ebrei tedeschi aveva irritato i finanzieri ebrei americani, sei mesi dopo che Hitler divenne Cancelliere, Samuel Untermeyer, un ricco procuratore di New York, gettò il guanto di sfida. Egli proclamò una "guerra santa" contro il nazionalsocialismo e dichiarò il boicottaggio economico sui beni, trasporti e servizi tedeschi". Ciò a cui Fuller allude, nell'evocare la guerra santa ebraica contro il nazionalsocialismo, è un evento preciso, che ebbe luogo al Madison Square Garden il 6 settembre 1933. Qui, la comunità ebraica di New York celebrò un vero e proprio rito di maledizione, detto Cherem o scomunica maggiore. "Furono accesi due ceri neri e si soffiò tre volte nello shofar [l'antico corno di ariete ebraico] mentre il rabbino B. A Mendelson pronunciava la formula di scumunica: "A partire da oggi, ci asterremo da qualunque commercio di materie prime provenienti dalla Germania. Saremo vigilanti per quanto riguarda l'uso di merci tedesche [...] La validità di tale decisione durerà fino alla fine del regime di Hitler, allora il cherem avrà la nostra benedizione"". Samuel Untermeyer, membro influente del B'nai B'rith, ripeterà il 5 gennaio 1935 questa dichiarazione, annunciando un embargo totale sulle merci tedesche "a nome di tutti gli ebrei, massoni [sic] e cristiani". Non è il caso di sorridere di questi rituali. Bisogna infatti ricordare che, per lo stesso cristianesimo, la comunità ebraica è "popolo sacerdotale": titolare cioè del potere sacramentale di rendere efficaci i riti. Inoltre, gli ebrei sono i primi a credere che i loro rabbini siano in grado di lanciare maledizioni efficaci e forme di "malocchio". Come il sacerdote cattolico, con il sacramento dell'Ordine, riceve questo potere -- e può usarlo per scopi aberranti: le messe nere sataniste richiedono infatti un sacerdote regolarmente ordinato per celebrare il rito inverso, che è per lo più una "fattura di morte" contro una persona -- così gli ebrei sono convinti di poter usare il loro potere "sacerdotale" in operazioni efficaci di magia nera. L'accensione di candele nere nel rituale eseguito a New York implica, o allude, a una sorta di "fattura di morte", con evocazione delle forze infere (3). In ogni caso, la comunità ebraico-finanziaria non trascurò di mettere in atto anche misure più concrete. E' certo che anche il finanziere Bernard Baruch si allarmò del sistema di scambi internazionali diretti di merci, non mediati da trasferimenti monetari, messo in attività da Hitler. In un colloquio che ebbe nel settembre 1939 col presidente Roosevelt, Baruch raccomandò di "tenere i nostri prezzi bassi per conservarci i clienti delle nazioni belligeranti. In questo modo, il sistema di baratto tedesco sarà distrutto". Non bastò, e si dovette ricorrere alla guerra. Il potere di Bernard Baruch nel lanciare gli Stati Uniti nel conflitto anti-tedesco non può essere sottovalutato da chi ne conosce le gesta. Nato in Texas nel 1876 (suo padre fu membro del Ku Klux Klan), il miliardario Bernard Baruch è il prototipo eterno del finanziere ebreo (4). Acquirente primario del debito pubblico americano -- ossia di fatto membro del ristretto gruppo di banchieri che emettono la moneta Usa indebitandone il Paese -- Baruch divenne, in forza di tale veste, il "consigliere di sei presidenti", da Woodrow Wilson (1912) ad Eisenhower (1950). Fu lui che convinse il presidente Wilson a far entrare l'America nella Grande Guerra; soprattutto, lo convinse che lo sforzo bellico necessitava di un organo onnipotente di pianificazione della produzione industriale; e che quell'organo supremo doveva essere guidato da "un uomo solo". Quell'uomo era lui, Baruch. Il War Industry Board, di cui fu a capo, impartì ogni ordinativo per materiale bellico e logistico -- dagli scarponi alle locomotive - ad ogni azienda americana che lavorava per la guerra; non solo per armare e rifornire le truppe americane, ma in buona misura anche quelle alleate. Come denunciò nel 1919 la Commissione Investigativa del Congresso (guidata dal senatore W. J. Graham) che indagò sui profitti che quell'organo rese possibili, fu "un governo segreto...sette uomini scelti dal Presidente hanno concepito l'intero sistema di acquisti militari, programmato la censura sulla stampa, creato un sistema di controllo alimentare...dietro porte chiuse, mesi prima che la guerra fosse dichiarata". Insomma, Baruch instaurò -- nel bel mezzo della "democrazia americana", in un clima politico e culturale totalmente diverso da quello dell'Europa dell'Est - il sistema di pianificazione socialista dell'economia, perfettamente simile a quello che stava nascendo in Russia. Completo (come poi in Unione Sovietica) di censura sulla stampa e razionamento alimentare. Il sistema fu ripetuto, sempre grazie ai consigli che Baruch diede al presidente F. D. Roosevelt, anche nella guerra contro Hitler: l'organo pianificatore si chiamò War Production Board ed ebbe a capo una creatura di Baruch, Harry Hopkins. Anche allora fu di fatto abolito, senza dirlo, il libero mercato. La "mano invisibile" cara ad Adam Smith fu sostituita da un'altra mano invisibile, quella del Piano e dei Pianificatori, i commissari politici degli Usa, ultimi decisori della domanda e dell'offerta. In fondo, per i banchieri, liberismo o socialismo non fanno differenza: purché siano loro a controllarli, e a profittarne. |