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Antonio Catalano

DA BRAVO CANE DA GUARDIA ALLA CATENA IL PD RINGHIA LA SUA RABBIA

L’immagine della Picierno che sputa rabbia mentre ricorda alla Donato che in quell’aula non sono ammesse posizioni critiche è lo specchio di un partito diventato la guardia pretoriana dell’ordine americano in terra europea, il portavoce politico più affidabile della presidenza Biden: non appena oltre oceano si profila un nuovo passo da compiere per rendere ancor più incandescente la situazione ucraina esso è il primo a farsi carico di rappresentare le nuove intenzioni. Il Pd è proprio come quei cani da guardia tenuti alla catena, che digrignano i denti non contro il padrone che li tiene in quello stato, ma contro chiunque osi entrare nella sua area di proprietà. Il partito di Letta è il più rabbioso, il più aggressivo, il più compulsivo nel chiedere sanzioni severe contro la Russia, tanto che gliene importa che questo poi si traduce nella caduta verticale delle condizioni di vita della popolazione italiana. Se obiettivo Usa è portare allo sfinimento, se non al crollo, l’orso russo (ecco perché non son disposti a nessuna trattativa, almeno per il momento), è quindi necessario che in Europa ci si adegui e si adoperino le misure indicate da Washington. Non si discute. E così mentre in altri paesi pur si esprimono preoccupazioni e riserve, il partito di Letta (proprio noi che siamo i più deboli in tema di risorse e materie prime, sembra paradossale, ma ricordiamoci del cane alla catena) non ammette titubanza, è il più intransigente, sin dal primo giorno ha indossato l’elmetto, e quindi se il padrone dice che bisogna aumentare le sanzioni lui da bravo cane da guardia qual è chiede l’embargo totale. Non è pertanto frutto della intemperanza l’intervento scomposto della Picierno, che in qualità di vice presidente avrebbe semplicemente dovuto limitarsi a fare da moderatore invece che sputare rabbia contro il diritto di un europarlamentare a esprimere dubbi e perplessità sul ruolo dell’Ue rispetto alle vicende in Ucraina (la Donato, nel suo intervento, chiedeva all’Europa di ricalibrare le proprie posizioni e di indagare in maniera indipendente sulle stragi). Episodio che fa tutt’uno con il linciaggio mediatico cui è stato sottoposto il giornalista (per una vita corrispondente di guerra) Toni Capuozzo, il quale si è semplicemente limitato a porre una serie di domande sulla vicenda di Bucha; e al quale l’associazione ischitana chiede la restituzione del Premio Giornalistico Ischia perché «indignati per le sue parole sulla guerra». Principale responsabile del clima interventista è il Pd, che, dopo aver dato il suo feroce contributo a impoverire i ceti popolari con le politiche liberiste, ora è passato alla difesa armata di quelle politiche. Stare in guardia da questi cani! Solo polpette.

 

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