La ricostruzione degli eventi che, a Cremona, qualche tempo addietro, hanno portato al grave ferimento dell’estremista comunista Emilio Visigalli compiuta e illustrata alla stampa dal procuratore della Repubblica della città Roberto Di Martino e dal questore Vincenzo Rossetto non lascia adito a dubbi: il 18 gennaio 2015 furono gli estremisti del centro sociale Dordoni a tendere, armati fino ai denti, un agguato ai ragazzi di CasaPound, i quali erano privi di oggetti atti a offendere chicchessia.
Dunque, è stata solo la prestanza fisica e il coraggio dei ragazzi a determinare il ribaltamento della situazione sul campo, con i compagni messi duramente a malpartito e fuggiti, una volta che le loro bellicose intenzioni sono state infrante dalla determinazione dei ragazzi di destra. Però… C’è un però, secondo gli inquirenti. I ragazzi di CasaPound non possono invocare la legittima difesa in quanto, da parte loro,<c’è stata una completa accettazione della rissa>. Ma che diavolo significa?
Significa, questa la ricostruzione degli investigatori, che i video di alcune telecamere di sorveglianza mostrano chiaramente come i ragazzi di CasaPound, una volta raggiunti dai compagni, abbiano interloquito con gli stessi, invitandoli a lasciar cadere mazze e bastoni, accettando uno scontro leale a mani nude. I compagni non hanno accettato, ma i ragazzi non si sono persi d’animo e, dopo averne disarmati alcuni, nei primi istanti della rissa, hanno usato contro gli aggressori le loro stesse armi.
Dunque, sempre secondo Di Martino e Rossetto, i ragazzi di CasaPound sarebbero responsabili di illegale coraggio, non essendosi limitati a fuggire. Forse, qualche magistrato e qualche alto funzionario di Polizia eleva a regola generale di vita la codardia che potrebbe essere insita nel loro animo?
Anche perché i due funzionari non spiegano, prima di tutto a se stessi, cosa sarebbe accaduto se i ragazzi di CasaPound di Cremona avessero avuto un atteggiamento dimesso. Non ci vuole un genio, per capirlo, potrebbe arrivarci anche un pubblico ministero o un questore: sarebbero stati aggrediti comunque, ma avrebbero riportato molti più danni.
D’altro canto, quando c’è di mezzo l’uomo nero, la Giurisprudenza non si fa scrupoli nello scalare qualsiasi vetta del ridicolo. Ecco, quindi, gli aggrediti che diventano correi degli aggressori, perché non accettano supinamente di subire l’altrui violenza. La cronaca giudiziaria italiana scrive un’altra, ennesima pagina di grottesca vergogna.
Fonte: L'Asino Rosso