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di Gianni Fraschetti -.



Gli Usa godono da tempo immemorabile della fama di primi difensori dei diritti umani nel mondo. Una sorta di Lancillotto universale. I primi a scoprirlo, in ordine di tempo, sono stati i nativi americani - i pellerossa - che hanno avuto ripetute prove di questa insopprimibile vocazione dell'America WASP (white-anglo-saxon-protestant) a insegnare ai popoli a stare composti a tavola.

Via via anche altri sono stati beneficati da questa pulsione pedagogica e umanitaria: i tedeschi, i giapponesi, i coreani, i vietnamiti, i cambogiani, i laotiani, i sudamericani (in maniera massiccia) fino ad arrivare agl irakeni, ai libici e ai siriani. Anche Panama e la piccola isoletta di Grenada, sconosciuta al mondo prima delle loro attenzioni, non sono sfuggite al loro occhio attento, per non parlare dell'Afghanistan.

Qualche schiaffone lo hanno rifilato pure dalle nostre parti, ma noi abbiamo capito subito - siamo notoriamente molto intelligenti - che era per il nostro bene, per poter avere, un giorno, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Napolitano e Mattarella. E magari anche una come la Kyenge ministro, con quel look afro che fa tanto chic, e dunque siamo loro riconoscenti. Mica è da tutti avere tutto questo ben di Dio tutto insieme, e poi sciuscià si nasce e noi modestamente, quanto a lustrare le scarpe con la lingua, non siamo secondi a nessuno.

L'America è fatta così. E' generosa e si dona, e dona alle genti di tutto il mondo il sangue dei suoi figli; tutti, manco a dirlo, rigorosamente, appartenenti alle classi abbienti per non dire ricche. Negri, portoricani, ispanici, e tutto quel raffinato melting pot che costituisce l'ossatura delle forze armate USA, hanno concimato i campi di grano e di riso di mezzo mondo.

La spinta americana verso il bene e la buona educazione è inarrestabile, così come la insopprimibile vocazione umanitaria che li anima e ha prodotto momenti di storia indimenticabili nel proporre agli occhi del mondo l'indole affabile e mansueta di questo popolo. In più, da circa settanta anni, si sono anche messi in testa di dare a tutti lezioni di bon ton, corsi intensivi di galateo internazionale, cui seguono esami e relativi voti.

E conviene studiare, e non farsi trovare impreparati, perchè con loro non finisce mica come con Draghi e la culona, qualche punto di spread e festa finita, e male che vada ti trovi un piazzista fiorentino della Folletto a palazzo Chigi  o il buon nonno Mario che tanto bene ha fatto alle famiglie italiane.

Manco per niente, questi americani sono molto più severi, di rigida scuola protestante, e con loro ci si mette veramente poco a finire appesi a un cappio. Che volete fare, in fondo sono uomini di frontiera, buoni e generosi come John Wayne, ma rudi, tanto. Altrimenti come la facevano la conquista del west?

La legge di Lynch - da cui lo stupendo verbo, linciare - è roba creata da loro e, giustamente, adesso si preoccupano di diffondere il più possibile questa civile pratica che regola le relazioni interpersonali. E allora giù a impiccare, giapponesi, tedeschi, irakeni e appena lo beccano, anche qualche siriano e qualche ukraino filorusso.

In fondo serve poco per amministrare la giustizia: un albero, un po' di corda saponata, qualcuno che sa fare bene un nodo scorsoio e la giustizia trionfa. Sempre per il miglior bene comune, si intende.

Certo, forse qualche peccatuccio lo hanno commesso anche loro, ma insomma, insegnare a tutto il mondo a non mangiare con le mani, a non mettersi le dita nel naso e soprattutto a non fare le scoreggette in ascensore è un lavoro improbo, e avere a che fare con certa umanità povera, sudicia e puzzolente fa venire voglia di eliminare il problema alla radice, magari con un po' di napalm che disinfetta pure.

In questa sana ottica, si dice che circa cento milioni di nativi americani abbiano perso la vita tra il 1494 e il 1891 e questo consente di classificare la “Conquista delle Americhe” come il più grande genocidio della storia dell’umanità, con buona pace di qualcuno, e ci siamo capiti.

Ma il progresso ha i suoi costi e il galateo pure e negli ascensori di New York e Los Angeles, di Dallas e di Chicago, nessuno si permette più, da decenni, di fare puzzette, e anche nel resto del mondo cominciano a capire che non è il caso di farle, se non si vuole superare la linea rossa tracciata da Obama e prima di lui dai suoi predecessori, ed essere seppelliti sotto una valanga di missili, ovviamente intelligenti. Le armi cretine le abbiamo solo noi. Loro hanno solo roba che parla almeno tre lingue.

Le guerre indiane, grazioso eufemismo col quale si è mascherato lo sterminio - o possiamo usare il termine genocidio anche qui? - di un popolo, hanno impegnato a fondo questi pedagoghi e si sono succedute, a ovest del Mississippi, a partire dal 1830 e fino al 1890, anno del massacro di Wounded Knee e della cosiddetta “Chiusura della Frontiera”.

Poi gli americani sono scesi da cavallo, hanno imparato a volare, hanno varcato gli oceani e hanno regalato all'umanità altri momenti indimenticabili di fratellanza: Dresda, Stoccarda, Colonia, Amburgo, Stoccarda, Lipsia. Ci venivano a liberare.

Un'impresa titanica, un milione di civili - rigorosamente bambini, donne e vecchi, i maschi adulti erano al fronte - spezzettati, triturati e ridotti a polpette sanguinolente in due giorni dalle bombe ad alto potenziale dei loro aerei, belli, grandi, possenti, vezzosamente chiamati Liberator, e successivamente carbonizzati da milioni di spezzoni al fosforo bianco, uno dei vettori su cui viaggia, da sempre - almeno da quando esiste questo prodotto portentoso, meglio del DDT con certa gente dura di comprendonio - la libertà e l'esportazione di quel gioiellino prezioso che è la democrazia anglosassone.

D'altronde il fosforo bianco a loro piace molto, è un po' come la nutella per noi, e lo ritroveremo sempre, negli anni a seguire, durante le loro austere sessioni rieducative in Viet Nam e Cambogia e poi in Irak e in Afghanistan. Viene dispensato a piene mani anche da quegli altri apostoli della pace che sono gli israeliani.

Durante l'operazione piombo fuso non hanno fatto economie in questo senso. A chi lo hanno dato e a chi lo hanno promesso e i bambini di Gaza se ne sono potuti saziare fino a essere satolli. Lì, però, gli ispettori delle Nazioni Unite non sono andati a dare una sbirciata. Viene male, e poi con Israele basta la parola, e che cavolo, ci mancherebbe pure che dubitiamo del popolo prediletto da Dio.

Ma per tornare ai nostri baldi e ipertrofici capitan America, le due bombe atomiche sul Giappone sconfitto, poi, dove le mettiamo? Non una, perchè una non bastava, magari qualcuno poi non se ne accorgeva che avevano il giocarello nuovo e loro poverini ci rimanevano male...e che cazzo, due allora, che vedano e capiscano tutti! E che crepi l'avarizia!

D'altronde gli americani sono ricchi. Hanno i grattacieli, e le macchine grandi come triremi romane, comprano la benzina a galloni ai distributori, mica a litri come noialtri sfigati, e mangiano T-boone grosse come dischi volanti, dunque se lo possono permettere. E quindi nessun risparmio. Due bombe atomiche, così i giapponesi capiscono bene e anche il resto del mondo capisce che non bisogna fare arrabbiare la signora maestra.

Insomma è un popolo, ma soprattutto una classe dirigente, con quei Rothschild e quei Rockfeller sempre così affabili e soprattutto simpatici, che, da sempre, ama stupire il mondo con le sue performances, con i suoi divi e la sua raffinata cultura. Lady Gaga e Madonna ce l'hanno loro, mica noi che al massimo arriviamo a Pupo.

E adesso siamo tutti qui, in trepidante attesa di un nuovo capitolo della saga di questi indomiti super eroi del diritto delle genti. Obama questa volta è proprio arrabbiato con quel ragazzaccio che abita a Mosca e non vuole bivacchi indesiderati nel cortile di casa. Che ingratitudine.

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