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(Gianni Fraschetti) - Non ho la pretesa di convertire nessuno, ma è essenziale mettere bene a fuoco taluni elementi destinati ad avere sempre maggiore rilevanza in futuro. Negare, come faccio, che il solo potere economico, la sola legittimazione derivante da quel potere, consenta di estendere tale visione riduttiva dell' uomo e delle sue possibilità  a tutte le altre componenti che formano l'insieme della società, significa contestarne il rango, non certo l'esistenza. Purtroppo i sistemi a carattere mercantile, quali quelli nei quali siamo immersi, si caratterizzano per uno speciale appiattimento di ogni superiore potenzialità umana, riducendo il nostro destino a esaurirsi nel compito di animali da produzione e consumo. La stessa esigenza di libertà che tutti noi rivendichiamo è sostanzialmente fondata su premesse economiche all'interno di un mondo economico. Fatalmente la libertà viene a coincidere con la possibilità fino ad arrivare a disegnare una società nella quale non è l'insieme delle parti che, nel rispetto delle proprie significanti differenze e caratteristiche, concorre all' insieme del tutto ma, ciò che in medicina costituirebbe un fenomeno essenzialmente e gravemente patologico, è una parte e nemmeno la più qualificata, a prendere arbitrariamente il sopravvento, costringendo tutte le altre all'accettazione supina del concetto di supremazia dell'elemento economico. Non si tratta dell'antitesi tra democrazie e stati totalitari, ma di qualcosa di molto più profondo che sfocia in un tentativo, tipicamente aritmetico,  di tramutare il destino di ogni singolo individuo in una grandezza definibile con strumenti di calcolo.
Ricatti, privilegi, mazzette, corruzione, scandali, concussioni, privilegi, tangenti, sono parte quotidiana dell'arsenale delle democrazie liberali perché sono il frutto del modello di vita che essi propongono e del concetto di possibilità che si sostituisce a quello di libertà. Non intendo dire che esse sono la sentina di tutti i vizi dell' universo ma certamente non rappresentano una icona laica da venerare acriticamente.
Nel prendere in esame la storia e nel tentare di prevedere l'evoluzione delle nostre vicende non si può prescindere da queste elementari osservazioni, poiché una minima idea di verità non nascerà mai da una lettura critica di avvenimenti presi singolarmente, ne' da una lettura attenta di singoli documenti, ne' dalla strenua e acritica difesa delle proprie idee politiche ma solo dalla profonda comprensione della natura umana e del mondo nel quale siamo immersi, in quella che sta diventando l'infame e degradata periferia di Paperopoli.

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