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Berlino Bilderberg solo andata

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La colonizzazione della Germania da parte del mondialismo: un caso analogo all’Ucraina di oggi.

di Luca Steinmann

La capitolazione della Germania e delle potenze dell’Asse nel 1945 è stata da sempre interpretata come la più significativa vittoria militare della democrazia su un’ideologia totalitaria. Questa concezione è in realtà troppo semplicistica, perché attraverso di essa non si è in grado di leggere la storia come lo studio delle forze politiche che ne comportarono gli avvenimenti che ne determinarono il corso. Per fare ciò è necessario comprendere la fine della Seconda Guerra Mondiale come la sconfitta di un’ideologia totalitaria, il nazionalsocialismo, a favore della vittoria di un’altra ideologia totalitaria: il mondialismo, ossia il piano secondo cui le nazioni non sono controllate dai rispettivi governi, ma da sistemi bancari centrali che rappresentano gli interessi particolari di oligarchie economico-finanziarie. Secondo questa visione, la politica interna ed estera degli stati è subordinata all’economia internazionale amministrata da strutture di potere decentralizzate (le oligarchie appunto) che annientano lo stato-nazione sovrano.

 

L’esistenza del mondialismo non è, come molti vogliono far credere, una leggenda, ma una dottrina politico-economica la cui realizzazione venne pianificata a tavolino nell’estate del 1944, alla luce della caduta di Hitler e della possibilità di instaurare un nuovo ordine mondiale comprendente anche gli ex territori da lui controllati. In quell’anno si tennero due conferenze multilaterali che furono l’atto fondativo del nuovo mondo mondialista: la conferenza di Dumbarton Oaks (a cui parteciparono Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina e Unione Sovietica), che fu il primo incontro per la creazione dell’ONU, ma soprattutto la conferenza di Bretton Woods. In essa venne pianificato il futuro sistema monetario internazionale. Il presidente americano Roosvelt voleva ottenere la stabilità monetaria perché la globalizzazione potesse realizzarsi. Il valore del dollaro venne così fissato e ancorato all’oro (Gold Dollar Standard) in modo che tutte le altre monete dovessero misurare il proprio valore in base a quello della moneta americana. Venne anche creata la Banca Mondiale ( in cui entrarono tutti i nemici dell’Asse) per la ricostruzione dell’Europa nel lungo periodo, che in quei giorni stava venendo rasa al suolo dalle bombe alleate.

Poste le basi per una gestione mondialista della globalizzazione, Stati Uniti e Gran Bretagna si trovarono nella posizione di dover integrare anche l’Europa continentale nel loro nuovo ordine mondiale. Essendo tutto ciò stato pensato e disegnato ex novo, senza che avesse nessun tipo di congiunzione con alcun ordine politico del passato (se non con la Repubblica di Venezia), era necessaria una nuova Europa e per realizzarla si poteva solo partire da uno stato costruito ex novo che fungesse da quinta colonna americana sul continente, senza nessun legame storico, politico, economico, culturale o architettonico con il proprio passato. Uno stato che fosse uscito sconfitto dalla guerra, che fosse stato completamente raso al suolo dalle bombe, le cui istituzioni politiche fossero state sterminate fisicamente, che non avesse più un’economia e la cui popolazione fosse indottrinabile dall’ideologia mondialista. La neo-distrutta Germania venne prescelta.

Fu così che la parte di Germania rimasta sotto il controllo occidentale venne ricostruita economicamente e politicamente a immagine e somiglianza dei disegni mondialisti dei vincitori della guerra. La ricostruzione tedesca avvenne attraverso il piano Marshall che prevedeva lo stanziamento di fondi americani per favorire la ripresa economica ma anche e soprattutto, come riportato dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, “per fare richieste esplicite agli stati europei per ottenere liberalizzazioni commerciali, assicurando l’americanizzazione politica dell’Europa e degli Europei per far sì che nessuno sviluppo politico o economico avvenga senza l’approvazione statunitense”. Una Germania ricostruita interamente dagli americani diventava dunque la base mondialista per fare crescere l’Europa su suo modello, contrastando in tempo di guerra fredda da un lato le correnti terzaforziste non allineate come la Francia di de Gaulle, dall’altro l’espansionismo sovietico attraverso la NATO, di cui Bonn divenne un’esponente di punta.

Diventata un’importante istituzione americana in Europa, la Germania era pronta ad essere istituzionalizzata anche all’interno del vero governo unico mondiale, cioè di quel direttivo composto dai rappresentanti delle varie oligarchie economico finanziarie che, agendo da governo ombra e ramificandosi in tutti gli stati del mondo, fosse l’esecutore pratico di quanto stabilito a Bretton Woods. Questo direttivo venne fondato ufficialmente nel 1954 in Olanda e prese il nome del luogo in cui venne istituito: Bilderberg. Dalla sua istituzione, il gruppo Bilderberg ha agito come società segreta rafforzandosi  progressivamente e impartendo le modalità di sviluppo della Germania, di cui gli esponenti politici principale sono tutti esponenti (basti pensare che lo sono sia l’ex Cancelliere socialista Gerhard Schröder che l’attuale Cancelliere cristiano-democratico Angela Merkel ne sono membri pur appartenendo formalmente a correnti ideologiche antitetiche). Gli obbiettivi del Bilderberg sono quelli che la Germania rappresenta all’interno dell’Unione Europea: la realizzazione di una società internazionale tramite il rafforzamento delle istituzioni internazionali per distruggere completamente tutte le identità nazionali attraverso la sovversione dei loro valori tradizionali allo scopo di sostituirli con quelli del mondialismo; il controllo centralizzato di tutte le politiche interne ed estere; l’ampliamento dei poteri dell’Unione Europea perché possa essere in piccolo un governo unico sia de iure che de facto; l’esistenza di un unico sistema legale, la Corte di Giustizia Europea, come unico organo giudiziale.

Questa situazione è dovuta dal fatto che la Germania sia ormai diventata una colonia americana in Europa. La totale sovrapposizione tra il Bilderberg e le istituzioni tedesche ha visto la sua vittoria nel 1989, quando la Germania Occidentale, in quanto colonia del mondialismo, inglobò in sé la Germania orientale in nome della riunificazione nazionale del popolo tedesco. Ignari di quanto stava avvenendo i tedeschi salutarono con gioia la possibilità di potersi considerare nuovamente un unico popolo nazionale. Paradossalmente il processo che faceva loro credere di tornare a far parte di una nazione democratica li stava in realtà inglobando all’interno di una civiltà internazionale comandata da oligarchie non elette democraticamente. Nel 1989 l’aspirazione di un popolo ad essere una nazione autonoma venne sfruttata per trasformare quel popolo in abitanti del nuovo ordine internazionale. In pochi, ai tempi, avrebbero ascoltato le parole di Costanzo Preve quando diceva:” La fine dell’Urss è stata la maggiore catastrofe geopolitica del Novecento, perché ha dato il monopolio all’impero messianico americano, esportatore nel mondo di una forma di capitalismo assoluto”Avrebbero dovuto, perché oggi, nel 2014, l’aspirazione del popolo ucraino ad essere una nazione autonoma sta portando un nuovo stato sotto l’ombrello mondialista. Gli ucraini di oggi, come i tedeschi di ieri, pensando di lottare per la tutela della propria identità combattono per entrare in un mondo in cui nessuna cultura potrà sopravvivere. Gli ucraini devono oggi capire che la propria autodeterminazione passa attraverso questi mesi e questi giorni ma che essa non corrisponde all’ingresso nel mondo americano, a meno a che essi non ambiscano ad avere un proprio 1989 o peggio, un proprio 1945.

Fonte: L’Intellettuale Dissidente

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