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AI TEMPI DEL "MALE ASSOLUTO", QUANDO I COGLIONI LI AVEVAMO AL POSTO GIUSTO E I MONDIALI LI VINCEVAMO UNO DIETRO L'ALTRO...
…] Nello stadio sono stati portati circa diecimila fuorusciti italiani, coll’intenzione e l’ordine di avversare al massimo la squadra azzurra. Il momento critico è quello del saluto: quando i giuocatori nostri alzeranno la mano per salutare alla moda fascista, deve scoppiare il finimondo. Io vengo avvisato di quanto ci attende. È una sfida diretta al nostro temperamento, al nostro carattere. Come comandante so con precisione quale sia il mio, il nostro dovere. […] Vado in campo colla squadra, ordinata alla militare, e mi pongo sulla destra. Al saluto, ci accoglie come previsto una bordata solenne ed assordante di fischi, di insulti e di improperi. Pare di essere in Italia tanto le espressioni a noi rivolte echeggiano nell’idioma e nei dialetti nostri. […] Ad un dato punto il gran fracasso accennò a diminuire, poi cessò. Ordinai l’attenti. Avevamo appena messo giù la mano, che la dimostrazione riprese violenta. Subito: «Squadra, attenti! Saluto». E tornammo ad alzare la mano, come per confermare che non avevamo paura.