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Le voci drammatiche dal Nord dell'Iraq dove i jihadisti dello Stato islamico e del Levante hanno preso il controllo anche di chiese antichissime.
Nelle notizie drammatiche che da ieri arrivano da Mosul c'è pure il dramma tutto particolare della comunità cristiana locale, alle prese con l'incubo di una milizia jihadista che conoscono bene e che ha già fatto vedere nella provincia siriana di Raqqa di che cosa sono capaci. A rendere in tutta la sua drammaticità il clima che si respira in queste ore nel Nord dell'Iraq è una mail inviata ieri sera da un religioso domenicano di Mosul al suo superiore provinciale: «Vi scrivo in una situazione critica e apocalittica - si legge nel messaggio -. La maggior parte degli abitanti della città ha già abbandonato le proprie case ed è scappata nei villaggi; dorme all'aria aperta senza nulla da mangiare e da bere. Molte migliaia di uomini armati dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante hanno attaccato Mosul negli ultimi due giorni. Hanno assassinato adulti e bambini. I corpi sono stati lasciati a centinaia nelle strade e nelle case, senza alcuna pietà. Anche l'esercito e le forze regolari hanno abbandonato la città, insieme al governatore. Dalle moschee si sente il grido: “Allah Akhbar, lunga vita allo Stato islamico”».