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Torpignattara: monta la solidarietà per il 17enne accusato di omicidio del pakistano ubriaco

(Informare) - «Siamo tutti con te, Daniel». Due giorni dopo la morte di Khan Muhamad Shanzad, il 28enne pachistano ucciso con un pugno da un minorenne del posto (17 anni), "il quartiere" si schiera con il giovane accusato di omicidio preterintenzionale.
«Era ubriaco e molestava i passanti. Mi ha sputato e io gli ho dato un pugno, solo uno», ha raccontato il ragazzino ai carabinieri. Siamo nella periferia di Roma con il più alto tasso di extracomunitari, dove la convivenza pacifica e le quotidiane storie di integrazione (è qui che non molto tempo fa venne impedito da donne italiane un comizio al leghista Borghezio), sotto l'incalzare incontrollato degli arrivi con Mare Nostrum e una gestione scellerata del problema "clandestini e rom" da parte del Sindaco Marino, stanno cedendo il passo alla diffidenza, all'insofferenza e alla paura.
La questione ormai si risolve nei termini elementari:o noi, o loro. E quindi Daniel, il ragazzino del quartiere, da una parte e quel pakistano ubriaco fradicio che infastidiva i passanti dall'altra. La dicotomia è radicale e non lascia scampo. O di qua, con la tua gente, o di là con queste frotte di disperati, condotti qui dalla scelleratezza della peggior classe politica che l'Italia e Roma ricordino. Mentre politici e preti si ingozzano a quattro mani di denari pubblici, con le ONLUS che gestiscono una emergenza quanto mai comoda per loro, a tanto ci hanno portato, a pensare che per noi è ormai giunto il momento di difendere la nostra terra...

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