Domenico Dolce e Stefano Gabbana esprimono una loro opinione sulle adozionioni ai gay e sui figli in provetta in controtendenza con il politicamente corretto e vengono linciati senza pietà. W i liberali del piffero!
di N.P. -
Se si lanciasse l’hashtag #boicottaInegoziGay chiunque lo facesse si beccherebbe una bella denuncia per omofobia, un reato che in Italia di questi tempi è probabilmente considerato più grave dell’omicidio. E, aggiungiamo, il reato ci starebbe tutto, perché quell’hashtag sarebbe un concreto caso di discriminazione per chi ha una tendenza sessuale diversa da quella eterosessuale.
Non solo, ma oltre alla denuncia si leverebbero alte le voci di tutti i “politicamente corretti” che colgono ogni sfumatura omofoba, ovunque, anche dove non c’è. Ci sarebbero tavole rotonde in TV, e articoli ad otto colonne sulle prime pagine dei giornali. Nelle scuole, sul modello di quello che voleva fare la Serracchiani nella sua regione, ai bambini dell’asilo verrebbe imposto di vestirsi i maschietti da femminucce e le femminucce da maschietti affinché a quattro o cinque anni possano decidere qual è il sesso a cui appartenere al di là di quello che ha stabilito per loro la natura, e via discorrendo.
Ma allora, come ci si comporta nel caso che accada quello che sta succedendo in questi giorni agli stilisti Dolce&Gabbana?
Per chi non fosse al corrente di quanto è accaduto, lo riepiloghiamo in breve. I due famosi stilisti, che tanto per la cronaca sono stati appena assolti dal reato di evasione fiscale alla faccia del sindaco Pisapia, in un’intervista a Panorama hanno commentato l’adozione per i gay, sostenendo che secondo loro non era corretta. In pratica i due sostengono che i “figli della chimica che non hanno mamma e papà". In più hanno anche detto che essendo loro gay si rendono conto di non avere la possibilità di fare un figlio naturalmente, e quindi ne prendono atto, perché si tratta di scelte.
Gravi dichiarazioni omofobe? Non sembrerebbe, e per tutta una serie di motivi. Primo, Dolce e Gabbana sono gay, dichiarati e conosciuti e, secondo, hanno espresso una loro opinione, educatamente e senza offendere nessuno. Quindi, dove sarebbe il problema?
Eppure il problema c’è, ed è anche gravissimo, al punto che i giornali di tutto il mondo riprendono le loro parole come se fossero “il pronunciamento” del secolo, e contro di loro parte una vera e propria “crociata” che definire discriminatoria è davvero poco.
In testa c’è Elton John, seguito a ruota da Ricky Martin – che ha fatto i soldi vendendo la sua immagine di “maschio” sexy -, Courtney Love – cantante forse più nota per il suo amore per le droghe che per le sue canzoni - , Martina Navratilova, tennista famosa negli anni ’80, e via di questo passo. Tutta questa gente e tanti altri come loro, non si sono limitati a dire semplicemente di non essere d’accordo con Domenico Dolce e Stefano Gabbana, tutt’altro. Hanno lanciato una vera e propria fatwa.
Elton John scrive sui social: “Dovranno vergognarsi per aver puntato i loro ditini contro la fecondazione in vitro, un miracolo che ha consentito a legioni di persone che si amano, etero ed omosessuali, di realizzare il loro sogno di avere figli. Il vostro pensiero arcaico è fuori tempo: proprio come le vostre creazioni di moda. Non indosserò mai più nulla di Dolce e Gabbana". Il tutto seguito appunto dall’hashtag #BoycottDolceGabbana.
Ora, a parte la critica del cantante inglese sui modelli degli stilisti che fatta da lui – considerando come va in giro - è un complimento, niente male questi commenti considerando che arrivano dritti dritti dai “paladini delle libertà”, prova certa e concreta che quando questa gente parla appunto di “libertà di vita e di pensiero”, si riferisce alla propria, non a quella degli altri.
A questo punto, una domanda sorge spontanea: chi difenderà Dolce&Gabbana da questa pesantissima discriminazione determinata da un loro pensiero non offensivo per nessuno?
Ascolteremo la Boldrini - e i suoi emuli - elevarsi e tuonare contro chi si è permesso di dire certe parole contro quelli che comunque sono anche un bene dell’economia italiana oltre che cittadini non perseguibili solo per aver un’opinione per altro ampiamente condivisa? O lasceremo che vengano fatti letteralmente a pezzi da parte della potentissima lobby degli omosessuali? Vediamo chi indovina come andranno le cose…
Fonte: www.quotidianogiovanionline.it