di Gianni Fraschetti -
Mentre il nostro sistema mediatico continua a propinarci la falsa notizia della ripartizione dei profughi in quote da assegnare a ogni singolo paese della UE, cosa che è di là a venire e attualmente assai improbabile, viene invece data ormai per certa la guerra di Libia, con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che autorizzerà l'utilizzo della forza contro i trafficanti di carne umana. E viene da sè che non sarà solo contro di loro.
A tale proposito, domenica scorsa, il Guardian, autorevole giornale inglese, sempre ben informato, ha lanciato uno scoop, anticipando i contenuti del piano EU in cui sono state definite le modalità d'attacco contro gli obiettivi libici per fermare le barche di migranti. Secondo il Guardian, la missione potrebbe contemplare anche operazioni a terra sul suolo libico. Una necessità dalla quale ben difficilmente si potrà prescindere se vorremo avere successo. Siamo quasi in guerra, dunque. Questa è la sostanza, manca solo l’ufficialità dell'inizio delle ostilità.
Questo scenario è stato in parte smentito da Federica Mogherini, la sempre più patetica Lady Pesc, ex alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e le politiche di sicurezza e difesa prima che Juncker le ritirasse le deleghe su sicurezza e difesa girandole al francese Michel Barnier. La Mogherini ha tentato di mostrare la sua esistenza in vita dichiarando: “Pianifichiamo un’operazione navale, speriamo in collaborazione con le autorità libiche, per smantellare il modello di business dei trafficanti. Questo chiaramente non comporta un intervento di terra in Libia”.
Al di là della banalità assurda di queste parole, si tratta della classica smentita che conferma la notizia. Qualcosa di grosso bolle dunque in pentola, questo è certo, ed è molto più convincente l’articolo di Ian Traynor sul Guardian che la ridicola dichiarazione della Mogherini che peraltro non ha nemmeno più voce in capitolo su questi argomenti. Anche se la ragazza fa l'asino nel lenzuolo e fa finta di dimenticarsene, quelle deleghe infatti non ci sono più.
Il comando delle operazioni militari, che vedrà impegnate dieci nazioni, verrà, molto probabilmente, affidato all’Italia che ospiterà anche il quartier generale operativo, vista la collocazione geografica rispetto alla Libia.
Prepariamoci a massicce operazioni aeronavali, d’intelligence, interdizione e attacco che si svolgeranno su vasta scala nel Mediterraneo, nelle acque, coste e terre libiche contro mezzi e flussi dei trafficanti di persone. È previsto l’intervento di forze di terra, che andranno a scontrarsi – checché ne dica la povera Mogherini – con chi protegge e sostiene quei trafficanti di uomini. Anche se nessuno lo ha ancora detto, dopo mesi di titubanze, ripensamenti e angosciate riflessioni, è dunque praticamente guerra all’Isis e ai terroristi che fanno base in Libia e che sono ormai i padroni dei flussi di clendestini che si riversano sulle nostre coste.
L’obiettivo dichiarato è quello di far saltare i barconi - nei porti, sulle spiagge e a terra - per evitare che possano essere utilizzati per trasportare carne umana. Quello meno pubblicizzato riguarda invece il controllo dei terminali energetici che rivestono per noi una importanza assolutamente prioritaria. Giusto o sbagliato che sia, così stanno le cose, anche se bisogna essere ben consapevoli che ad azione corrisponderà reazione e che da quel momento in poi l'Italia diverrà un bersaglio così come ogni singolo italiano a giro per il mondo.
Dovremo inoltre aspettarci parecchi caduti fra le nostre truppe. Tanti, profetizza il Generale Mini. Prepariamoci dunque a piangere ragazzi italiani, i nostri figli, con la misera consolazione almeno che non andranno a morire per gli interessi americani (contrastanti dai nostri) in Iraq e in Afghanistan, ma si sacrificheranno, almeno questa volta, per il loro Paese e il loro popolo.
Perché per noi la Libia è un problema prioritario. Il più grosso che abbiamo. Un problema di vita o di morte. E mi sono spiegato, visti i tempi che corriamo.
Andiamo in guerra con Renzi, Alfano e la Pinotti...che Dio ci aiuti.