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IERI AVEVAMO PUBBLICATO LA NOTIZIA DEI DUE MILITARI AGGREDITI. BENE. C'E' UN DETTAGLIO  DI NON POCO CONTO DA AGGIUNGERE. UN DETTAGLIO CHE NON ERA STATO DIFFUSO (MALAFEDE?) IN UN PRIMO MOMENTO.
IL SOLDATO CUI HANNO TENTATO DI SOTTRARRE L'ARMA, ERA UNA DONNA. UNA RAGAZZA CHE E' STATA INSULTATA E VILIPESA IN QUANTO FEMMINA, E PRESA A SPUTI IN FACCIA, PRIMA DELL'AGGRESSIONE FISICA VERA E PROPRIA.
PER IL "FROCIO" DI SARRI A MANCINI E' VENUTO GIU' IL MONDO.  MA PER QUESTA RAGAZZA IN UNIFORME, DERISA, INSULTATA, CHIAMATA PUTTANA, CALPESTATA NELLA DIGNITA' E RIEMPITA DI SPUTI PRIMA DI METTERLE LE MANI ADDOSSO, NESSUNO HA PENSATO CHE FOSSE IL CASO DI DIRE NULLA E DI PROTESTARE. ANCHE CON TONI FORTI.
NESSUNO SI E' SENTITO OFFESO, NESSUNO HA PENSATO ALL'OLTRAGGIO VILE CHE VENIVA COMMESSO NEI CONFRONTI DI QUELLA DONNA E DI CIO' CHE ESSA RAPPRESENTAVA, E IN QUEL MOMENTO RAPPRESENTAVA TUTTI NOI. MA PARE CHE NESSUNO LO ABBIA COMPRESO O ABBIA COMUNQUE TROVATO MOLTO DA RIDIRE, ALLA FINE.
L'ATTENZIONE DELLA STAMPA E DI MILIONI DI ITALIANI ERA TOTALMENTE PRESA DALLE PATETICHE VICENDE SPORTIVO-FROCESCHE DI DUE EMERITI STRONZI CHE EVIDENTEMENTE MERITAVANO TUTTA L'ATTENZIONE E LO SDEGNO A DISPOSIZIONE. "FROCIO", OVVERO UN EVIDENTE CASO DI OMOFOBIA...E CHE SCHERZIAMO? UNA ROBA DA INZUPPARCI IL PANE E FARE ANCHE LA SCARPETTA MORALE.
PER LA PUTTANA IN UNIFORME CHE STAVA TUTELANDO LA VITA E LA SERENITA' DI TUTTI NOI NON AVANZAVA PROPRIO NULLA. E POI UNA DONNA SOLDATO E' COSI' POLITICAMENTE SCORRETTA E MALEDETTAMENTE "CHEAP"...

SIAMO UN POPOLO ARRIVATO AL CAPOLINEA E MERITIAMO DI SCOMPARIRE. POSSIBILMENTE IN MANIERA VIOLENTA, SOFFRENDO.

RENDIAMOCENE CONTO. (Gianfrasket)

(Ebe Pierini) - Le hanno sputato. Perché è una soldatessa. Perché è donna. E per tutte e due le cose insieme. Perché a loro fa ribrezzo la sola idea che un essere di sesso femminile possa indossare un’uniforme, possa intimare loro un ordine, possa rivestire un ruolo nella società . Ai due extracomunitari provenienti dal Senegal e dalla Guinea, con regolare permesso di soggiorno ( il che significa che hanno liberamente scelto di venire a vivere nel nostro Paese e nessuno ce li ha costretti, anzi noi abbiamo concesso loro di starci e di questo dovrebbero ringraziarci) vorrei far notare una serie di ovvietà che a loro sfuggono. 

Vivono in un Paese nel quale che un soldato, sia uomo o donna, non conta dal punto di vista del ruolo che riveste e, se loro non sono abbastanza evoluti mentalmente da capirlo, possono sempre tornarsene in Senegal o Guinea. “Tu al mio Paese avresti fatto una brutta fine”, “Nel nostro Paese le donne sono considerate puttane”. Con queste parole si sono rivolti alla soldatessa che faceva solo il suo lavoro. Dato che erano in regola coi documenti il non volerli mostrare, lo sputo, il tentativo di disarmare due soldati, nascondono ben altro. Non un tentativo di celare una irregolarità ma la mancanza di riconoscimento dell’autorità di una donna, il disprezzo per una ragazza che ha loro avanzato una richiesta legittima, ma anche la mancata osservanza delle regole del Paese che li ospita. Mi sono sentita offesa come donna e come cittadina da quello sputo e da quelle parole. Vorrei che vedessero quanto coraggio hanno quelle che loro considerano “puttane” in mimetica quando vanno in guerra a fianco degli uomini, quando saltano sulle bombe assieme agli uomini, quando rispondono al fuoco assieme agli uomini. Io vorrei che vedessero come quelle “puttane” riescono a conciliare professione e famiglia. Vorrei che seguissero quelle “puttane” di notte e di giorno mentre, fucile in spalla, difendono le nostre città da individui come loro che non rispettano le regole del Paese che li ospita. Vorrei che le guardassero negli occhi quelle “puttane” in uniforme mentre salvano i loro connazionali che arrivano sui barconi. Eppure lei, la soldatessa umiliata e offesa, non ha risposto loro con una manganellata. Anche se l’avrebbero meritata. Sui denti, ben assestata, in modo che non potessero più proferire stronzate. 

Sono stati arrestati. Condannati a 6 mesi. Pena sospesa. Come se non fosse successo niente. Una pacca sulla spalla e via. Mi chiedo che cosa sarebbe successo se quella soldatessa avesse tirato loro una manganellata. Ora subirebbe un linciaggio mediatico e forse anche qualche procedimento disciplinare. E i due extracomunitari ospiti (e ribadisco ospiti) sarebbero stati santificati in quanto vittime sacrificali del militare violento e razzista per definizione. Credo che chi sputa ad una soldatessa perché donna non meriti il permesso di soggiorno. Io quella “puttana” in mimetica la difendo, la comprendo e sono solidale. Non comprendo tutti quelli che si ostinano a pensare che certe culture, certe mentalità, si possano cambiare, che certe persone si possano integrare. Non tollero che il mio Paese ospiti chi considera tutte le donne delle puttane. Lo dico da donna e da italiana. Se questo Paese non è maschilista al punto giusto i due signori possono riprendere un barcone o un aereo e tornarsene in Senegal o Guinea. Da dove sono venuti. Perché di loro possiamo fare francamente a meno.

 

 

 

Fonte: Ebe Pierini WordPress

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