(Gianni Candotto) - Dato che in questi due giorni ho avuto parecchie ore di treno da farmi, mi sono avventurato nella lettura di una decina di quotidiani. Mi ha colpito l'enorme rilievo che i quotidiani hanno dato all'apertura di Starbucks a Milano. Cioè aprirà, neanche adesso ma a dicembre, un bar nuovo, grande, ma pur sempre un bar e tutti i media pensano sia una notizia da prima pagina. All'inizio mi son detto: ma che poveri provinciali. Arrivano gli americani a farci vedere come si fa il caffè e sti sfigati di giornalisti si sciolgono in inni alla gioia. Sti poverini andranno nel nuovo bar Starbucks, sognandosi di essere yankee a Manhattan, con Madonna nell'Ipad a godersi il sogno di Hillary presidente e si sentiranno sudditi felici. Ma poi ho pensato che non può essere solo questo. Ci ho aggiunto la politica: Starbucks finanzia gli anti Trump, assumerà un sacco di profughi (cosa che piace da morire ai ricchi giornalisti dei grandi quotidiani, mentre se assumesse solo italiani sarebbero schifosi razzisti) più qualche "amico" indicato dl PD, ha messo palme e banani in centro a Milano (che bella cosa! Milano africanizzata, il sogno dei trogloditi semicolti) ecc.ecc. Ma neppure questo giustifica titoloni e castronate gigantesche come "il simbolo dell'Italia che riparte" di un "autorevole" quotidiano milanese. Qual è quindi il vero motivo di tanta pubblicità? Che cos'è Starbucks?
In effetti è solo un grosso bar che toglierà lavoro a tanti piccoli bar di milanesi per dar lavoro a profughi e non pagar le tasse in Italia. Quindi è solo una disgrazia.
Ma è proprio quello il motivo che spinge i media a volerlo. La distruzione del ceto medio produttivo italiano è il loro scopo. E così viva le liberalizzazioni che aumentano i costi agli utenti e distruggono economicamente professionisti, artigiani e commercianti. Viva Uber che distrugge i tassisti, viva Starbucks che proverà a distruggere centinaia di bar. Direte: ma uno va dove preferisce! E invece no. Senza tutta la pubblicità dei media nessuno andrebbe a prendere un caffè dagli americani. Così va creata la moda. L'evento. Farà figo bere gli intrugli, sarà trendy, ci andranno i "vip" e la parte più ritardata del popolo sarà affascinata da ciò (magari per avere autografi da sciantosette e inutili guitti televisivi). Sarà un successone Starbucks. Per Starbucks e per l'autolesionismo imbecille dei giornalisti. Mentre sarà il fallimento per centinaia di piccoli commercianti italiani.
Che vadano a quel paese Starbucks, i pennivendoli e la parte più sfigata e autolesionista della società. Cretino chi si berrà la loro pubblicità e gli intrugli made in USA.