(Gianfrasket) - Ancora non si è sopito lo sdegno per la posizione del presidente di Savona sulla targa in memoria della tredicenne Giuseppina Ghersi che l'ANPI lancia ancora una volta il suo cuore da rettile oltre l'ostacolo e attacca l'ennesima polemica sui fiori che il Comune di Milano vorrebbe posare, il 2 Novembre, sulle tombe dei caduti della RSI.
La guerra è finita da 70 anni ma per questa gente, cialtroni di ogni risma che hanno occupato il posto dei vecchi partigiani ormai defunti per vecchiaia, è come se il tempo si fosse fermato. Autonominatisi custodi dei "valori" (e ci viene che ridere) della resistenza, interpretano questo loro ruolo come vestali dell'odio. Che la fiamma che ci divide e ci contrappone l'uno all'altro non si spenga mai. Questo è il compito che questi mascalzoni si sono assegnati e che assolvono con puntigliosa e velenosa assiduità.
Ovunque vi sia una occasione di riappacificazione, di unità di popolo, di concordia, almeno nella pietà, arrivano loro a gettare il seme della discordia e ad attizzare il fuoco dell'odio. Ormai da anni la associazione è in mano alla peggiore feccia che nulla ha a che spartire con coloro che comunque, pare, si batterono con le armi in pugno. Gente nata dopo la guerra, frequentatrice di quelle palestre di malavita che sono i centri sociali. Si sono impadroniti dell'ANPI per intascarsi i contributi generosi dello stato e continuare a spargere odio.
Forse è giunta l'ora di chiuderla. Definitivamente.