Lo STATO, la sovranita’, la moneta.
Proviamo qui a raccontare quello che è successo negli ultimi 20 anni: come gli Stati Europei sono stati depredati della loro Sovranità politica e monetaria, con un processo di cui stiamo appena iniziando a vivere gli esiti sciagurati.
C’erano, tempo fa, un’isola, e dall’altra parte del mare un arcipelago di altre due isole. L’isola si chiamava FALCONIA, l’arcipelago si chiamava POLLONIA.
LA STORIA DI FALCONIA E DELLA MONETA SOVRANA
Sull'isola di FALCONIA vivevano 2 famiglie. Una possedeva una mucca, l’altra 10 galline. La ricchezza annuale dell’intera Falconia era costituita da una mucca, dieci galline, 1000 litri di latte e 500 uova (la produzione). Le due famiglie si scambiavano uova con latte, e cosi vissero per anni. La ricchezza complessiva di Falconia ovviamente restava invariata, anno dopo anno: sempre 1 mucca, 10 galline, 1000 litri di latte e 500 uova. Intorno a Falconia girovagavano dei pirati, che avevano in mente di saccheggiare l’isola. Le due famiglie così fondarono lo STATO, a cui attribuirono la SOVRANITA’, e ciascuna di esse scelse uno dei propri membri, che andarono così a costituire lo Stato. Allo Stato fu attribuito dalle famiglie un compito preciso: usare la sovranità, cioè il potere di decidere e attuare qualsiasi cosa fosse necessaria per migliorare la vita su Falconia. Lo STATO aveva quindi la sovranità, così inventò una cosa che prima su Falconia non c’era: la MONETA SOVRANA. Erano dei pezzi di carta su cui lo Stato scriveva “Io Ti Devo”. Lo STATO stabilì che su Falconia quei pezzi di carta dovevano essere obbligatoriamente accettati in pagamento nelle transazioni dei beni. Per obbligare tutti a utilizzarli, lo stato invento’ le TASSE. Le TASSE erano dei pezzetti di ricchezza che ogni anno ciascuna delle due famiglie avrebbe dovuto versare allo Stato, e che lo Stato accettava solo se venivano pagate usando la SOVRANA (La famiglia non avrebbe potuto pagare le tasse usando delle uova, in pratica). Così lo STATO iniziò la sua attività. Stampo’ 100 SOVRANE, su ciascuna scrisse “Io Ti Devo 1”e con quelle pagò delle persone, commissionando loro la costruzione di un porto e delle mura intorno all’isola. Lo Stato creò questa moneta dal nulla, a DEFICIT. Prima non li aveva, letteralmente PRIMA li invento' e POI li spese. Non avendoli presi in prestito da nessuno, non si indebito’con nessuno, se non con sé stesso. Tutti su Falconia avevano necessità della SOVRANA, per pagare le merci e le tasse, quindi le persone accettarono in pagamento dallo Stato la moneta, e costruirono le mura e il porto. Incassarono e spesero le Sovrane, che iniziarono a circolare come mezzo di pagamento. Una volta realizzate le mura, le famiglie non avevano più la necessità di fare la vedetta contro i pirati. Impiegarono il tempo e le energie risparmiate per studiare l’ingegneria navale e costruire una nave, con cui iniziarono a commerciare per mare una parte del latte e delle uova. Tutto questo accadde nell’arco di un anno. Alla fine dell’anno, le ricchezze fisiche di Falconia erano così costituite da: una mucca, dieci galline, 1000 litri di latte, 500 uova, una muraglia, UN PORTO, UNA NAVE. C’erano anche 100 SOVRANE, che erano ricchezza per i cittadini che le possedevano, e debito dello Stato. I cittadini inoltre avevano imparato l’ingegneria navale.In un anno lo STATO, spendendo a DEFICIT la propria MONETA SOVRANA, aveva AUMENTATO LA RICCHEZZADI FALCONIA. Il suo “debito” non era un vero debito, perché lo aveva verso sé stesso. Infatti cos’è che lo Stato si impegnava a dare ai cittadini, scrivendo “Io Ti Devo” su quei pezzi di carta? Si impegnava a riconoscere loro il pagamento delle tasse che avrebbero effettuato usando la SOVRANA. Forse lo Stato puo’sembrare un tiranno, e in parte lo era, ma i cittadini erano soddisfatti: lo avevano creato “tiranno” per stare meglio, e la cosa aveva funzionato. Erano stati loro a decidere che a tal fine lo STATO dovesse avere la SOVRANITA’. C’erano le tasse da pagare, è vero, ma tutti erano diventati un po’più ricchi, di una ricchezza che prima non c’era, e anche dopo aver pagato le tasse i cittadini continuavano ad essere più benestanti rispetto alla loro situazione di partenza. C’era qualcuno che si opponeva a questo sistema, e che riteneva che lo Stato avrebbe dovuto comportarsi “come un buon padre di famiglia”: spendere solo cio’ che guadagnava tassando. Questo qualcuno non capiva (o fingeva di non capire) che
1) Lo Stato NON era un “buon padre di famiglia”, ma era lo STATO. Aveva dei poteri speciali, che la collettività gli aveva attribuito. Il più speciale di questi poteri era CREARE LA MONETA (in effetti se un padre di famiglia fosse stato sorpreso a fabbricare dei “Io Ti Devo” uguali a quelli stampati dallo Stato, sarebbe stato arrestato)
2) Se lo Stato avesse speso solo cio’ che aveva prelevato con le tasse, sarebbe finita la sua ragione di esistere: non avrebbe più potuto creare ricchezza per tutti. Avrebbe prelevato 100 e speso 100, per cui tutto sarebbe rimasto uguale. Ma lo Stato, ricordiamo, era stato creato di falconiani per migliorare il benessere della collettività.
3) La SOVRANA era lo strumento con cui lo Stato realizzava se stesso e il proprio compito, perché lo rendeva più forte di tutti gli altri soggetti che esistevano su Falconia. Senza Sovrana non sarebbe potuto esistere lo Stato, e non ci sarebbe potuto essere chi si curava del benessere della collettività.
4) Il debito pubblico NON E’ un debito dei cittadini. Ma è UN IMPEGNO DELLO STATO VERSO SE’ STESSO.
Questo qualcuno non capiva che la spesa a deficit dello STATO aumentava il benessere e la ricchezza dei cittadini. O forse questo qualcuno avrebbe preferito dei cittadini più deboli e ricattabili, meno forti di quello che erano diventati i cittadini di Falconia
LA STORIA DELL’ARCIPELAGO DI POLLONIA, CHE RINUNCIO’ ALLA MONETA SOVRANA
Andiamo ora sull’arcipelago di POLLONIA, formato da due isole: Pollonia maior e Pollonia minor. Anche qui successe la stessa storia vista su FALCONIA.
Pollonia maior aveva la sua moneta, la Sovrana maior, e Pollonia minor aveva la sovrana minor, e con queste prosperarono per anni.
Senonchè un giorno, alcune delle persone che governavano lo Stato di Pollonia maior, parlarono con dei loro amici, che vivevano sull’isola di AVVOLTOIA. Questi miravano a impossessarsi delle ricchezze costruite nell’arcipelago di Pollonia con la spesa a deficit dei due stati, negli anni precedenti. Allora si accordarono in questo modo: alcuni governanti di Pollonia maior e Pollonia minor, che prima di governare avevano lavorato per anni al soldo di AVVOLTOIA, si misero d’accordo tra di loro e seguendo il suggerimento di Avvoltoia RINUNCIARONO alla SOVRANITA’MONETARIA. Pollonia d’ora in avanti non avrebbe più potuto stampare i suoi “Io Ti Devo” autonomamente. Decisero che lo Stato di Pollonia avrebbe dovuto prendere la sua moneta in prestito da Avvoltoia, (che avrebbe lei creato la moneta dal nulla, curando di non crearne troppa) pagando un tasso di interesse. Chiamarono questa moneta, che non era proprietà di nessuno, NEURO.
Inoltre decisero che le scelte più importanti per ciascuna delle due isole non si sarebbero più prese vicino alla gente, che avrebbe potuto capire quello che accadeva, ma sarebbero state prese su un’altra isola, più lontana: BRUSSELIA. I mercanti di Avvoltoia mandarono persone di loro fiducia a vivere su Brusselia, così che potessero controllare da vicino quello che succedeva quando venivano prese le decisioni importanti, che poi venivano trasmesse Pollonia maior e Pollonia minor, che le avrebbero applicate
E la gente che viveva nell’arcipelago di Pollonia? Restava, per quei governanti che avevano progettato tutto questo, la parte più difficile: convincere loro che tutto questo era stato fatto per il loro bene. Allora su Pollonia raccontarono che lo Stato avrebbe dovuto essere come un buon padre di famiglia, non spendere più di quello che incassava. D’altronde, spiegavano, fino ad ora avete vissuto al di sopra delle vostre possibilità, vi siete indebitati, non potete indebitare così i vostri figli. Lo Stato avrebbe dovuto fare “un passo indietro”, c’erano tanti privati che avrebbero potuto sostituirlo in tante cose. Dissero alla gente che per chi andava da un’isola all’altra dell’arcipelago ci sarebbe stato il vantaggio di non dover cambiare più una moneta con l’altra. La gente era un po’perplessa, e non capiva bene cosa sarebbe accaduto in futuro. Si limitò a dire “speriamo che vada tutto bene”. D’altronde quei governanti si presentavano in modo molto rassicurante, dicevano di essere amici del popolo, e il popolo gli diede fiducia.
E così Pollonia minor iniziò a vivere senza più la SOVRANA. Lo Stato non poteva più creare la sua moneta, per cui prima tassava, e poi spendeva. Prelevava 100 Neuri, e ne spendeva 100: aveva il “pareggio di bilancio”, ma ovviamente non creava ricchezza, lasciava le cose esattamente come stavano prima. Ogni volta che, per costruire qualcosa di nuovo, gli occorrevano dei Neuri in più, non poteva fare come si faceva prima, quando lo Stato si indebitava con se stesso spendendo a deficit. Quando servivano neuri, Pollonia minor dovette iniziare a prenderli a prestito dai mercanti di Avvoltoia, e per ogni 100 Neuri presi in prestito doveva renderne 5 in più ai mercanti, il TASSO DI INTERESSE. Inoltre a fine prestito . Il deficit era diventato un debito vero. Dopo un po’, questi interessi iniziarono a cumularsi, quindi lo Stato inizio’ a tassare per 105 e spendere per 100. Chiamo’ quei 5 “avanzo di bilancio”, e fece dei grandi annunci per spiegare che era un’ottima cosa, ma in realtà quei 5 neuri (che bastavano appena a pagare gli interessi) erano RICCHEZZA SOTTRATTA AI CITTADINI, che iniziarono a impoverirsi. Le imprese, dissanguate dalle tasse, chiudevano. Aumentò il numero dei disoccupati, che per sopravvivere iniziarono ad accettare condizioni di lavoro da schiavi. Molti iniziarono a rubare e rapinare. Ma finalmente avevano le liberalizzazioni: potevano risparmiare sulla bolletta del telefono (chi poteva continuare a permetterselo).
Quando divennero forti le difficoltà nel pagare le tasse, lo Stato continuo' a chiedere altri Neuri a debito ai mercanti di Avvoltoia per pagare i debiti più vecchi che già doveva agli stessi mercanti. I mercanti di Avvoltoia si accorsero di questo, e iniziarono a chiedere un tasso di interesse ancora più alto, perche avevano paura di non riavere indietro i loro soldi. Pollonia infatti non poteva più stampare i soldi di cui aveva bisogno, doveva recuperarli con le tasse o prenderne altri a prestito. Non aveva più la “ability to pay”(capacità di saldare i suoi debiti), sarebbe potuta diventare insolvente. Così, in cambio del rischio che correvano, i mercanti per 100 euro prestati e da rendere in 10 anni, ne chiedevano indietro 170, 180. Dopo poco tempo Pollonia finì strangolata, e così i governanti che avevano progettato tutto, fecero partire la “fase 2”: spiegarono che il debito doveva assolutamente essere ripagato, e che quindi sarebbe stato necessario per Pollonia minor VENDERE I BENI PUBBLICI, ovvero le più grosse ricchezze reali costruite negli anni della spesa a deficit fatta con moneta sovrana: i muri e i porti, per esempio. Ma i mercanti non volevano diventare proprietari dei beni, a loro bastava diventarne i gestori. In cambio di un piccolo taglio sui debiti che Pollonia doveva loro, acquisirono il diritto di gestire il porto, e imposero ai cittadini di Pollonia minor un pedaggio salatissimo per ogni ingresso nel porto. La proprietà del porto la lasciarono allo Stato di Pollonia minor, che si sarebbe poi dovuto indebitare nel caso fossero serviti dei Neuri per ripararne qualche pezzo.
La storia di Falconia e dell’Arcipelago di Pollonia finisce qui, per ora. Potete cambiare i nomi a piacimento. Ad esempio, potete chiamare “Falconia” con molti nomi: Svizzera, Norvegia, USA, Gran Bretagna, Giappone, Finlandia, Cina, Russia. Avreste potuto chiamarla anche “Italia”, fino a qualche anno fa.
Anche per raccontare la storia dell’arcipelago di Pollonia si possono usare tante altre parole. Eccone alcune:
Quelle del Commissario Europeo al Commercio, nel 1997: "Il Trans Atlantic Business Dialogue è diventato un meccanismo efficace per ancorare le politiche dei governi sugli interessi dei gruppi di affari."
Paul Krugman, nobel per l’Economia 2008: “Aderendo all’euro, Italia e Spagna si sono ridotte al ruolo di Paesi del terzo mondo costretti a chiedere in prestito la moneta di qualcun altro, con tutta la mancanza di flessibilità che questo implica”.
David Cameron, premier UK: “Noi non vogliamo aderire all’euro, siamo contenti di esserne fuori, come lo siamo di non fare parte della zona Schengen. Noi non vogliamo rinunciare alla nostra sovranità. Noi vogliamo i nostri tassi di interesse, la nostra politica monetaria”
Randall Wray, il padre della Modern Money Theory “Quando un governo a sovranita’ monetaria emette un debito crea un bene per il settore privato senza nessuna contropartita o responsabilita’ del settore privato. Quindi il risultato dei debiti emessi dal Governo crea un bene per il settore privato. Il debito privato e’ un debito ma i debiti del governo sono benessere per il settore privato.
Alain Parguez: “i tassi d’interesse ‘shylockiani’ sui debiti dell’Eurozona sono una cornucopia per le grandi banche europee e per le corporations che li percepiscono. L’Euro è comunque destinato a collassare, portandosi con sé le austerità, la distruzione di ogni spesa di Stato produttiva e le privatizzazioni selvagge”
Il dramma di Pollonia è stato previsto quindici anni fa, prima che Pollonia rinunciasse alla sovranità monetaria, dalla scuola economica della Modern Money Theory. La previsione ha avuto successo, perché la MMT è l’unico strumento che interpreta in modo esatto il funzionamento della moneta moderna. E’ stato raccontato dal giornalista Paolo Barnard, nelle più coraggiose inchieste giornalistiche che siano state trasmesse su Report, Rai, inchieste pagate da Barnard con la totale successiva ostracizzazione dai media. Il “progetto Pollonia”, che oggi sta arrivando a compimento, è stato spiegato punto per punto ne “il Più grande crimine”.
Daniele Basciu